Trieste: dall’assistenza domiciliare al ricovero “porta a porta”

Quando non basta essere “seguiti” a casa, quando c’è bisogno di sorveglianza medica e infermieristica continuativa, anche notturna, entra in gioco una soluzione intermedia tra il domicilio e l’ospedale vero e proprio. Così a Trieste, dallo scorso dicembre...

La salute, quella nostra, abbisogna di una reta capillare capace di fornire risposte in tempi brevi; una rete capace di raggiungerci ovunque siamo fornendoci indicazioni chiare, prestazioni specialistiche e assistenza, se necessario, anche a domicilio.

Tutto questo succede un po’ ovunque grazie alle Aziende Sanitarie Locali. I risultati? Più o meno soddisfacenti, più o meno d’eccellenza. Dipende da vari fattori: dove, chi, come, quando...

Noi siamo a Trieste. Qui l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) ha avviato, dal 20 dicembre dello scorso anno, la sperimentazione di una struttura assimilabile all’Ospedale di Comunità (OdC). Questo, in quanto struttura di ricovero breve che afferisce al livello essenziale e alla rete di offerta territoriale da parte dell’Azienda, deve svolgere una funzione intermedia tra il domicilio ed il ricovero ospedaliero. Il fine è quello di evitare degenze improprie o di favorire dimissioni protette, in condizioni di stabilità clinica, presso strutture più idonee per il recupero funzionale e dell’autonomia, in luoghi più prossimi al domicilio.

L’OdC, in pratica, è destinato ai pazienti residenti o domiciliati nell’area giuliana che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie cloniche, necessitano di interventi a “bassa intensità” ma non erogabili a casa (assistenza continuativa).

Le persone interessate sono solitamente quelle delle categorie più fragili che, pur avendo un inquadramento diagnostico, prognostico e terapeutico già delineato, richiedono comunque sorveglianza e prestazioni infermieristiche.

La gestione e l’attività dell’Ospedale di Comunità sono bastate su un approccio multidisciplinare, multi-professionale e interprofessionale, per assicurare collaborazione e integrazione delle diverse competenze.

L’attivazione in via sperimentale da parte di ASUGI è stata definita mediante una convenzione per la definizione dei rapporti giuridici ed economici tra l’Azienda Sanitaria e l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “ITIS”. La Convenzione ha per oggetto l’erogazione di prestazioni assistenziali, la messa a disposizione da parte di ITIS di spazi adeguati, dotazione strumentale e di personale per poter attivare, d’intesa con l’Azienda, appositi nuclei di posti letto qualificati.

L’ITIS, per poter ottenere le risorse necessarie a concretizzare tutto questo, si è rivolto alla Fondazione CRTrieste, soggetto con cui ha avuto modo di collaborare proficuamente da molti anni.

La Fondazione si è fatta così carico dei costi per l’acquisto degli arredi e delle attrezzature necessari rendendo così operativo, in tempi brevi, questo nuovo “ospedale intermedio”, realtà già ampiamente apprezzata dai pazienti e dagli operatori.

Una realtà in essere, come già detto, da dicembre 2022, anche se ufficialmente “festeggiata” solo il 5 settembre scorso presso l’ITIS, con una presentazione alla presenza di Aldo Pahor (presidente ITIS) Antonio Poggiana (direttore generale ASUGI), Massimo Tognoli (Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Trieste), Riccardo Riccardi (Assessore Regionale alla Salute) e del presidente di CRTrieste Massimo Paniccia.

Veniamo ai numeri: dal 20 dicembre 2022 al 31 luglio 2023 sono state accolte presso l’OdC 378 persone. Un ricovero, di norma, dura tra i 15 e i 20 giorni (massimo 30); la durata è decisa dall’Unità Valutativa multidisciplinare entro 72 ore dall’accoglienza.

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