Lampione divelto dalla bora a Trieste, Edison: «Mancava la cinghia di sicurezza»
L’esito del sopralluogo della società che gestisce l’illuminazione stradale
Non è stato solo il vento a causare la caduta del lampione di piazza Venezia, la cui copertura si è sfracellata giovedì mattina sul marciapiede fortunatamente senza ferire (o peggio) alcuna persona.
Il sopralluogo compiuto venerdì da parte dei funzionari di Edison – diventato lo scorso ottobre gestore dell’illuminazione stradale e quindi responsabile della sua manutenzione – ha rilevato che l’unità era priva di cinghia di sicurezza, in quanto facente parte del modello più vetusto di lampioni presente nel centro di Trieste.
La mancata presenza della cinghia non prefigura un difetto di omologazione né una negligenza manutentiva, in quanto i vecchi modelli, appunto, non sono dotati di questo accessorio. Tuttavia, la sua assenza ha probabilmente facilitato la caduta della copertura, il cui primo responsabile rimane in ogni caso il forte vento di Bora che ha soffiato sulla città lungo tutta la giornata di Santo Stefano.
La dinamica dell’accaduto aveva però destato sospetti già il giorno stesso. Se infatti i danni provocati dalla bora hanno spesso fatto registrare casi simili, stavolta a crollare rovinosamente al suolo era stata la copertura, avvitata al palo e teoricamente la parte più stabile del lampione. Da cui deriva, anche, la gravità dell’episodio, il cui epilogo drammatico è stato scongiurato per mera buona sorte.
Ma quanti sono i lampioni privi di cinghia di sicurezza? La domanda sorge spontanea alla luce di quanto successo due giorni fa. Il numero di lampioni progettati secondo questo modello, fa sapere il Comune, sarebbe esiguo e concentrato esclusivamente lungo le Rive. Il che da un lato consolerebbe, visto il perimetro circoscritto, ma non sarebbe certo in grado di tacitare le preoccupazioni collettive, visto che si sta parlando di uno dei punti più frequentati dell’intera città.
Perciò Edison, stando agli ultimi aggiornamenti, provvederà nei prossimi giorni alla implementazione delle cinghie di sicurezza anche nei modelli definiti «vetusti». I dettagli non sono ancora chiari, visto anche il breve lasso di tempo trascorso dal crollo in piazza Venezia. L’esiguità dei lampioni in questione dovrebbe agevolare gli interventi, consentendo di agire più in fretta possibile. Per Edison si tratterebbe di una salvaguardia supplementare, perché i lampioni sono già «a norma». Ma le immagini di mercoledì scorso e l’esito del sopralluogo invitano a una certa urgenza. —
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