I falò epifanici di Romans, Fratta e Versa annunciano un’annata agricola ricca
Nonostante una leggera pioggia nel centro e nelle frazioni i fuochi sono stati accesi regolarmente di fronte a un ampio pubblico che poi ha brindato con il brulè
Nonostante la giornata grigia e piovigginosa, che lasciava davvero poco ben sperare a chi lavora la terra, il fumo che si è sprigionato dai falò epifanici allestiti a Romans e nelle frazioni di Fratta e di Versa, ha sentenziato che l’annata agricola del 2025 sarà ricca e abbondante.
Una triplice conferma iniziata a Fratta, che anche quest’anno ha anticipato tutti con l’accensione, dopo il calar del sole, della “Fugarela” allestita in via Lottieri da Cesare Visintin, che si è “sacrificato” nuovamente in attesa di poter passare la mano. All’accensione, assieme a tante persone erano pure presenti, seguendo poi anche le altre due celebrazioni, il sindaco Michele Calligaris e la sua Giunta. A Fratta il fumo che si è sprigionato dal falò, bruciando l’elegante Befana collocata in cima al covone e realizzata da Marisa Cabas, ha puntato decisamente verso l’alto confermando, a detta di Ivaldi Calligaris, storico interprete della direzione del fumo, che il 2025 sarà un anno fortunato, rendendo così ancor più graditi ai presenti, i dolci e le bevande calde offerti dalla gente del paese.
Dopo Fratta è stata la comunità di Versa ad incendiare con rinnovato entusiasmo il “Pignarul” eretto nel cortile della “Locanda Casa Versa 1834” della famiglia Zotter. Lo ha allestito un gruppo composto da una dozzina di concittadini che annualmente si pone come custode di questo antico rito, nel corso del quale, col conforto della direzione assunta dal fumo, è stato servito del gulaschsuppe e del vin brulè ad offerta libera, con fini benefici a favore di Solidea.
Per ultima è stata la comunità di Romans, in gran numero, a dare alla fiamme il suo “Pan e vin” innalzato nell’aera dello stadio “F.lli Calligaris”, dal Gruppo alpini “Aldo Barnaba” con la collaborazione del gruppo di ricerca “I Scussons” e della Pro Romans 1921. Ad incendiare il covone è stato Gianfranco Bernardi, il più anziano del gruppo alpini stesso, affiancato da due figuranti archibugieri del Seicento, presenti per effettuare alcune riprese. Anche a Romans il covone ha preso subito fuoco e il fumo si è immediatamente diretto verso l’alto, dopodiché i chioschi sono stati presi d’assalto per assaporare il tradizionale minestrone col cotechino. —
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