Gorizia, il monito del sindaco nel Giorno del Ricordo: «Basta ideologie. Non possiamo restare su posizioni di 80 anni fa»
Destinatari Lega Nazionale e Anpi invitati a guardare avanti: «La strada è tracciata»
![Ziberna alla cerimonia in largo Martiri delle Foibe. Foto Marega](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h6gpkyogcf7mcynjrc/0/ziberna-jpg.webp?f=16%3A9&w=840)
«Non possiamo rimanere fermi a 80 anni fa». Il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna lo ha scandito in modo chiaro, lo ha fatto invitando a non dimenticare il passato, ma anche a non rimuginare in continuazione sugli eventi del Novecento e sulle colpe degli altri.
![La cerimonia in largo Martiri delle Foibe. Foto Marega](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h61c3uun70lm9qen7h/0/copia-di-copy-of-giorno-del-ricordo-tabellone-corone-di-fiori.webp)
Il messaggio lanciato dal palco dell’Auditorium di via Roma in occasione della cerimonia ufficiale legata al Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata era indirizzato sia a destra sia a sinistra. Nel suo lungo e accorato intervento, Ziberna è stato un fiume in piena e, in un climax ascendente continuo, si è tolto più di un sassolino dalla scarpa.
La tabella che ricorda sia Norma Cossetto sia Milojka Štrukelj
Per cominciare, prendendo spunto dall’inaugurazione della tabella informativa dedicata alla statua di Cesare Ottaviano Augusto, è tornato sulla polemica legata al pannello che ricorda in modo congiunto Norma Cossetto e Milojka Štrukelj. La posa della tabella di viale 20 Settembre ha di fatto creato una frattura tra il Comune e la Lega Nazionale, che, infatti, dopo aver contestato l’accostamento delle due figure, domenica ha promosso a Palazzo Lantieri un affollato evento parallelo con il Comitato 10 febbraio e il patrocinio della Prefettura. «Evento con 150 persone al quale hanno partecipato anche tutti i familiari di Norma Cossetto», ha precisato il presidente Luca Urizio.
Urizio lunedì, dopo aver presenziato alle deposizioni in questura e ai piedi della stessa statua di Cesare Ottaviano Augusto portando un omaggio floreale, ha poi disertato la cerimonia ufficiale all’Auditorium. Sottolineando però il fatto che non ci sono morti di serie A e di serie B, Ziberna ha parlato di due icone.
«Noi rispettiamo le idee e le opinioni di tutti, ma la strada segnata è questa. Anche chi oggi non ha capito l’importanza del messaggio, un giorno sarà vicino a noi», ha detto il sindaco aggiungendo: «Per la prima volta le due comunità hanno reso omaggio alla memoria di due giovani ragazze vittime di due opposte ideologie che non dovevano morire».
II nodo Decima Mas in Municipio
E a proposito delle opposte ideologie, Ziberna ha poi affrontato, da un lato, le questioni legate all’accoglimento dei reduci della Decima Mas in municipio e della mancata cancellazione della cittadinanza onoraria a Mussolini che gli ha portato le dure critiche della sinistra consiliare e dell’Anpi; dall’altro, la questione della mancata richiesta alle autorità slovene della rimozione della scritta “Tito” sul monte Sabotino che, invece, gli ha portato gli attacchi amici della destra. In entrambi i casi Ziberna ha parlato di «speculazioni politiche» da parte di chi non digerisce il clima creato da Go!2025.
«Il Comune riceve tutti e deve rispettare la legge», ha spiegato, aggiungendo: «Non guardo chi entra a portare un fiore. Noi saremo sempre presenti, per chiunque voglia entrare: eventualmente anche per i reduci del IX Corpus, se lo chiedono. Se un’associazione titina verrà, ci sarà qualcuno con la fascia ad accoglierla», ha assicurato Ziberna che poi ha accostato tra loro la revoca alla cittadinanza al Duce e la cancellazione della scritta dedicata a Tito sul Sabotino. Ricordando che, oltreconfine, il collega Samo Turel subisce le stesse contestazioni e pressioni, il sindaco ha rimarcato: «A noi interessano i fatti concludenti».
Il monito
«È mai possibile che non si possa andare avanti?», ha poi chiesto invitando le parti a smettere di stilare l’elenco delle colpe degli altri e di cominciare a pensare, anzi, in maniera opposta: riconoscendo le proprie. «Se la memoria non la possiamo condividere - le parole finali - la sofferenza e il dolore ci uniscono. Non c’è un piano B. Facciano pure le manifestazioni di fronte al Comune: non mi interessa, ma non possiamo rimanere fermi a 80 anni fa».
Nel condividere «la stragrande maggioranza» dell’intervento del sindaco, l’assessore regionale Sebastiano Callari ha quindi invitato a smetterla con i revisionismi: «La storia deve emergere, ma non per vendicarsi, quanto per trovare quell’Europa che vogliamo testimoniare».
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