Ghana

Piercarlo Fiumanò

I primi giovani del Progetto Ghana, ideato da Confindustria Alto Adriatico con il supporto di Umana, sono arrivati in regione dopo una attento processo di selezione. Una quindicina di operai è già al lavoro alla Fincantieri di Monfalcone come saldatori addetti al montaggio di condotte.

Altri 15 hanno già completato la formazione professionale in Ghana e stanno solo attendendo che si completino le ultime formalità per lavorare a breve in una Cooperativa di carpenteria udinese e in una grossa azienda metalmeccanica pordenonese.

Il sistema delle Academy in Ghana, una forma di migrazione guidata con la garanzia di un contratto di lavoro e di un alloggio, messo in moto da Confindustria Alto Adriatico presieduta da Michelangelo Agrusti sta insomma volando per interesse anche all’interno del sistema confindustriale guidato da Emanuele Orsini. Non è un caso che il progetto, che è anche un esperimento sociale e di integrazione, abbia avuto il sostegno del presidente Mattarella che ha inaugurato l’Academy all’interno del Don Bosco Training Institute Salesiano ad Ashaiman: «Dopo il Ghana, Confindustria Alto Adriatico sta riflettendo su un progetto analogo da lanciare in Costa D’Avorio», annuncia Agrusti.

L’Academy ghanese nasce per formare manodopera locale in base alle richieste dei profili professionali più ricercati dal tessuto produttivo regionale. Nei prossimi mesi altri duecento giovani potrebbero essere in arrivo dal Ghana con destinazione le aziende del distretto del mobile-arredo nel pordenonese e nel trevigiano: «Il nostro modello di formazione è stato adottato da Confindustria. Stiamo agendo come una agenzia in stretto coordinamento con la altre associazioni confindustriali del Paese. In accordo con il presidente Orsini siamo pronti a venire incontro alle esigenze di manodopera dell’intero Sistema Paese», sottolinea il presidente Michelangelo Agrusti.

Ogni passaggio è scandito nei dettagli: chi arriva in Italia ha un contratto di lavoro già pronto e anche una soluzione abitativa, oltre alla certificazione di livello A1 di lingua italiana dell’università per stranieri di Siena. Si risolve anche così il nodo della mancanza di manodopera specializzata, molto avvertita dal sistema industriale regionale e non solo. Un progetto complesso, partito con una selezione in Ghana, un piano di formazione in loco tagliata sulle esigenze delle aziende, e altra formazione tecnica e di apprendimento della lingua proseguita una volta arrivati in Italia, erogata insieme ad un contratto di lavoro in somministrazione di 12 mesi.

I giovani ghanesi sono stati impiegati da Fincantieri dopo un corso di 212 ore sulle tecniche di allestimento navale.

Dal primo ottobre hanno poi frequentato un corso di affinamento delle competenze tecniche con ulteriori 200 ore di formazione. Fincantieri, con i suoi 20 mila dipendenti diretti e circa 80 mila indiretti, diventa quindi un laboratorio per il sistema delle imprese che deve contrastare il crollo demografico e la carenza di manodopera, come ha avvertito più volte il Ceo Pierroberto Folgiero. I giovani del Ghana si troveranno fianco a fianco con operai provenienti dal Bangladesh (in gran parte), dalla Romania e dalla Croazia ma anche dall’India e dall’Ecuador: «Monfalcone-sottolinea Agrusti-è un laboratorio sociale con criticità che andrebbero gestite. In Friuli con le comunità ghanesi, che sono anglofone, abbiamo creato un tessuto di supporto con un lavoro molto meticoloso».

Il modello Confindustria Alto Adriatico sta facendo scuola. Sempre dal Ghana sono arrivati a Bergamo a metà settembre i primi operai assunti dall’azienda di costruzioni e impianti Crs, la cui capogruppo possiede partecipate in Repubblica Ceca, Polonia, Messico e, appunto, Ghana, dove ha realizzato fra l’altro due ospedali e una parte del Parlamento. —

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