Doppio rogo a Borgo San Sergio, danneggiato l’impianto sportivo: caccia ai piromani

Incendiati prima una panchina di via Petracco, poi un cespuglio dietro alla chiesa

Maria Elena Pattaro
L'intervento dei vigili del fuoco giovedì sera in via Petracco
L'intervento dei vigili del fuoco giovedì sera in via Petracco

Due incendi in poche ore, nello stesso rione, opera probabilmente degli stessi teppisti armati di petardi. Bravate sfuggite di mano, che in un caso hanno rischiato di mandare in fumo i campi di calcio di Borgo San Sergio a Trieste.

L'area a ridosso degli impianti sportivi. Foto Andrea Lasorte
L'area a ridosso degli impianti sportivi. Foto Andrea Lasorte

Sarebbe questa, secondo gli investigatori, la causa comune ai due roghi divampati nel rione. Il primo è scoppiato la sera di Santo Stefano in via Petracco; il secondo venerdì pomeriggio in piazza XXV Aprile, dietro la chiesa, dove un cespuglio è stato incenerito da un petardo. Adesso è caccia all’autore o agli autori delle incaute esplosioni.

 

Nel caso di via Petracco i danni agli impianti sportivi, dove ha sede l’asd Trieste Victory Academy si sono limitati a una tettoia. Ma potevano essere ben peggiori, considerate le forti raffiche con cui la bora ha sferzato la città fino a notte fonda. Il rogo, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe partito da una panchina del vialetto accanto alla struttura sportiva. Forse da un gruppetto di ragazzi che si erano dati appuntamento lì per una serata in compagnia. L’ipotesi è che possano aver testato i botti in vista del Capodanno, perdendo però il controllo della situazione.

Incendio a Borgo San Sergio a Trieste: l'arrivo dei vigili del fuoco

Fortuna ha voluto che una camionetta dei vigili del fuoco passasse di lì poco dopo. Un tempismo provvidenziale. Erano da poco passate le 22.30 quando la squadra di pompieri ha attraversato il rione. Stavano raggiungendo un palo pericolante, piegato dalla bora, quando hanno notato dei bagliori sospetti innalzarsi da via Petracco. Il fuoco stava divorando le sterpaglie che si estendono tra i campi di calcio e la biblioteca Mattioni.

Non c’era tempo da perdere: quel rogo andava circoscritto e soffocato prima che potesse intaccare le strutture vicine. I vigili del fuoco hanno accostato il mezzo e avvertito la centrale operativa. La loro priorità non era più quel palo pericolante ma i rovi in fiamme.

Nel frattempo al centralino sono arrivate anche altre chiamate: al telefono le voci di residenti e passanti, preoccupati dalla colonna di fumo ben visibile da tutto il rione. I danni, come detto, sono stati limitati: sono andati a fuoco circa 150 metri quadri incolti dell’area di proprietà comunale e una tettoia degli impianti sportivi. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, sono intervenuti anche i carabinieri per fare piena luce sull’accaduto. Una volta spento l’incendio, i vigili del fuoco hanno eseguito un primo sopralluogo sull’area incendiata.

Dai primi riscontri non sono state rilevate tracce evidenti di inneschi o acceleranti. La dinamica dell’incendio è compatibile però con un petardo fatto esplodere a ridosso delle sterpaglie.

La bora, poi ha fatto il resto, alimentando e spargendo le fiamme. Sul caso indagano ora i carabinieri, che stanno cercando di risalire all’identità dei responsabili. Non si esclude il dolo, anche se gli investigatori propendono per una bravata sfuggita di mano. La pista al momento più accreditata parla di un gioco finito male.

La zona è sprovvista di telecamere, ma i militari dell’Arma stanno esaminando quelle presenti negli autobus di linea transitati lì all’ora dell’incendio, alla ricerca di elementi utili a fare piena luce sul fatto.

Stesso copione venerdì pomeriggio in piazza XXV Aprile. Alcuni passanti si sono accorti che da un cespuglio dietro la chiesa saliva un pennacchio di fumo. Hanno gettato subito secchiate d’acqua per evitare che le fiamme si propagassero, in attesa dell’arrivo dei pompieri. Stavolta l’innesco era inequivocabile: un petardo ancora fumante. Si rafforza dunque la pista dei giovani teppisti che sparano incautamente petardi, in barba all’ordinanza comunale che li ha messi al bando. —

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