Zorana e Sasha, ospiti “hard” oggi in sala a Science+Fiction
TRIESTE. Ieri sera Trieste Science+Fiction si è trasformata in una specie di New York punk anni ’70, in omaggio ai viaggi nel tempo del film d’apertura “Predestination” con Ethan Hawke. Sala Tripcovich affollata, pubblico misto, applausi, nella serata tradizionalmente più mondana. Nascosto dietro alle luci della ribalta, c’è nondimeno il vero festival oggi in arrivo, con anteprime da tutto il mondo che parlano al cuore e alla memoria dei fan più sfegatati.
Una giornata che sembra studiata a tavolino, quella odierna, sull’erotismo, la donna, l’acqua. È nella tradizione degli “slasher movies” anni ’80 “Nymph” (ore 17) del serbo Milan Todorovi„ (che sarà presente insieme alla “ninfa” del titolo, Zorana Kostic Obradovic). Todorovic è un amico di Science+Fiction, dove ha portato nel 2009 il suo zombie-movie d’esordio “Zone of the Dead”. Questo suo secondo film è più maturo, rigorosamente di genere ma declinato sull’identità e i sentimenti del regista.
Siamo sulle coste del Montenegro, in una località di vacanza da sogno fra golfi e arcipelaghi, ma con una presenza fantasy: una sirena non troppo tranquilla. Al centro della storia, una disinibita compagnia (tre ragazze e due ragazzi), che dopo qualche pigro tradimento si avventura su un’isola con una fortezza ex-lager nazista, nonostante gli avvertimenti di un misterioso pescatore (Franco Nero). Lo schema è scontato, il ritmo non è granché, ma Todorovic fa pesare al massimo il fatto di giocare in casa. I paesaggi per primi, e non solo i corpi delle “sirene”, sono osservati con sensualità, prima di essere lacerati dai ricordi della storia e dall’orrore. In questa vacanza che diventa un incubo Todorovi„ sembra voler riassumere lo strano destino delle coste della ex-Jugoslavia, passate in pochi anni dagli orrori della guerra alla spensieratezza del turismo e viceversa.
E lo fa con un tocco balcanico che avvicina il film più al “gotico moderno” di Bava (“Gli orrori del castello di Norimberga”), che agli “slasher” Usa. Ancora un tuffo nell’acqua con il bellissimo film vietnamita “2030 (Nuoc)” di Nghiem Minh Nguyen-Vo (ore 15). Fra 15 anni le terre del sud-est asiatico si saranno inabissate. I pochi luoghi emersi sono per i ricchi, e ai poveri non resta che arrangiarsi in casupole su palafitte. Fra questi, una giovane donna cerca la verità sulla morte misteriosa del marito, forse vittima degli intrighi di una multinazionale. Ma più che dalle parti di “Waterworld”, siamo vicini alla sci-fi povera e intelligente anni ’60. Il futuro è più suggerito che rappresentato, il regista lavora di sottrazione e intensità, mostrando solo l’acqua e puntando sul messaggio umano di una donna sola. E un po’ alla volta il film diventa una struggente storia d’amore: dal futuro si torna al passato con lunghi flash-back sulla vita della coppia, e alla fine è il loro legame a restare nella memoria. Il tutto è rappresentato con un respiro classico che ricorda il Murnau di “Tabu”, con tavolozze straordinarie di colori sul filo dell’orizzonte marino.
In serata, un’altra “sirena” sarà ospite di Science+Fiction, ovvero Sasha Grey, l’attrice Usa con un passato da pornostar, ora interprete “mainstraeam”, che saluterà il pubblico alla proiezione del thriller “Open Windows” di Nacho Vigalondo (ore 20). Poi alle 22 un’altra vacanza poco tranquilla in “Honeymoon”, luna di miele inquietante raccontata dall’esordiente americana Leigh Janiak. Un raro evento speciale infine alle 20.30 al Miela: “Hard to be a God” del maestro russo Aleksei German, di cui Umberto Eco ha scritto l’anno scorso: “È probabilmente difficile essere un Dio ma è altrettanto difficile essere uno spettatore, di fronte a questo terrorizzante film di German”.
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