Zero contributi per “I mille occhi”. Il festival rischia la sopravvivenza

TRIESTE È un caso, all'indomani dell'uscita delle graduatorie dei finanziamenti annuali regionali ai festival cinematografici di carattere internazionale, l'esclusione de “I mille occhi”, rimasto a bocca asciutta a distanza di pochi giorni anche dal bando triennale: ora, quel progetto «ammesso ma non finanziato per carenza di risorse» può mettere seriamente in pericolo la 18° edizione della manifestazione. Un festival la cui programmazione originale e audace fa da sempre rima con ricerca e scoperta. Molto considerato fuori dai confini italiani ma anche unico festival triestino a contare su un'anteprima a Roma al Cinema Trevi della Cineteca Nazionale, con un ruolo prezioso di riscoperta e promozione di pellicole dimenticate finalizzata al loro restauro.
Ora “I mille occhi” viene messo in ginocchio proprio nell'anno del varo di nuove partnership - Museo Nazionale del Cinema di Torino in testa - che dire prestigiose è poco. Con il direttore Sergio Grmek Germani cerchiamo di capire qualcosa di più su questi 62 punti che, tecnicamente, hanno assegnato l'ammissibilità ma non sono bastati a garantire la copertura del finanziamento. «Nelle 17 edizioni passate, quindi in tutta la sua storia – spiega – il festival ha sempre avuto, meno i primi due anni, un finanziamento dell’assessorato alla Cultura della Regione, oltre che da altri enti pubblici come il Comune, la Provincia quando c'era, e vari sponsor. Per gli ultimi tre anni è stato attivato per la prima volta un bando triennale 2016-2018 cui abbiamo partecipato ottenendo un finanziamento non altissimo ma onorevole, oscillante tra i 50 e 65mila euro. Abbiamo fatto sempre preventivi reali, su cose che sapevamo di poter realizzare, andando sempre in attivo e quello dava una buona base, cui poi si aggiungevano altre sponsorizzazioni».
«Quest'anno è partita la nuova triennalità. Abbiamo presentato quella domanda, e in via di riserva anche quella annuale redatta con la stessa accuratezza, raccogliendo anche dieci partner di altissimo livello. Vedendo dieci giorni fa che il triennale non ci era stato assegnato, abbiamo creduto che il finanziamento annuale sarebbe stato il minimo: invece non siamo finanziati “per mancanza di risorse”».
Un punteggio di 62 punti che lo pone di solo due misure sotto ai 64, finanziati, dell’associazione che promuove il Festival del Cinema Latino Americano, l’Apclai. Nessuna acredine, però, nelle parole di Germani. «Mi congratulo anzi coi festival che hanno ottenuto i finanziamenti. C'è sempre questa sensazione che aleggia, che siano troppi cinque festival concentrati a Trieste: ma io credo che dovrebbe essere considerato un valore per la città, non un problema».
«Che faremo ora? Meglio un festival azzoppato che inesistente: per cui abbiamo intenzione di proseguire comunque, magari realizzando un programma ridimensionato e impegnandoci a raccogliere altri sostegni – continua il direttore -. Ma in questo vorremmo ci fosse la volontà, da parte dell'ente regionale, di rendersi parte attiva a questo sforzo, impegnandosi a trovare questo finanziamento. Abbiamo un senso di responsabilità verso il pubblico e la rete di collaborazioni del festival sia a Trieste che in regione, sia in Italia che in Europa e credo sia importante per la Regione capire cosa si sta facendo di importante sul territorio. Quindi non chiediamo regalie né finanziamenti a vuoto ma un sostegno convinto in questo senso». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo