Yoko Ono firma le Mended Cups per illycaffè

Sei tazzine infrante e riparate con pennellate d’oro, più una che non si romperà mai, da domani al MoMa di New York
Yoko Ono
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TRIESTE. Ogni tazzina è un simbolo. Porta impressi dentro di sé i segni di una catastrofe. Le ferite che hanno terremotato la vita di Yoko Ono. O che hanno colpito, più in generale, il pianeta Terra. Coinvolgendo anche l’artista di Tokyo, che da tempo vive in America. Le Mended Cups sono solcate da linee d’oro, che segnalano il lavoro di riparazione effettuato proprio nel 2015. Una sola è perfettamente intatta: la Unbroken Cup. Sul piattino è incisa la scritta «This cup will never be broken as it will be under your protection” (questa tazza non si romperà mai perché è sotto la tua protezione).

Sei tazzine più una. Le ha create Yoko Ono per illycaffè. Una collezione che, per il momento, si potrà acquistare soltanto in America: 250 dollari per il set completo, firmato dall’artista, numerato e accompagnato da un libretto. La Unbroken Cu da sola, invece, è disponibile a 40 dollari. Poi, da autunno, la collezione arriverà anche in Italia e in Europa.

Yoko Ono ha creato le nuove tazzine per la illy Art Collection: da domani saranno al MoMa
Yoko Ono ha creato le nuove tazzine per la illy Art Collection: da domani saranno al MoMa

Da domani fino al 7 settembre le tazzine saranno esposte in mostra al MoMa, il leggendario Museum of Modern Art di New York. Faranno parte di una grande antologica dedicata all’artista di origine giapponese e intitolata “Yoko Ono: One Woman Show, 1960-1971”. Si tornerà, quindi, alle origini del suo percorso creativo. Dalla scoperta di Fluxus, il gruppo neo dadaista nato proprio all’inizio degli anni Settanta, all’incontro con il musicista John Lennon. Fino a opere come “Mend Piece”, “Promise Piece” o “Crickets”, con cui l’artista rappresentava il vuoto e il silenzio lasciati dalla distruzione umana.

«Ho incontrato Yoko Ono a Venezia, esponeva alla Fondazione Bevilacqua La Masa - spiega Carlo Bach, direttore creativo di illycaffè -. E in quell’occasione ho pensato di chiederle se voleva realizzare un’Art Colection per noi. Non mi ha detto subito di sì. Io non forzo mai gli artisti, aspetto e lascio che l’idea prenda forma. Qualche tempo dopo ci siamo risentiti. Il progetto era pronto. E posso dire, senza togliere niente agli altri, che l’idea di Yoko Ono è stata quella che mi ha dato più emozioni da quando mi occupo della collezione illycaffè. Ovvero, dal 1999».

E Carlo Bach lo sa bene che cosa significa comunicare emozioni visto che è lui stesso un artista. «Quando ho visto il progetto di Yoko Ono, ho sentito un brivido lungo la schiena. Basta avere questa collezione davanti agli occhi per pensare alla fragilità del mondo. Alla possibilità del perdono e alla speranza in un futuro migliore, che dipende in buona parte dalle nostre azioni».

Per le “Mended Cups”, Yoko Ono ha usato la metafora dell’antica arte giapponese del Kintsugi. Una tecnica di riparazione delle ceramiche rotte o incrinate con pennellate d’oro. L’oggetto infranto può essere rimesso a posto, ma i segni devono restare ben visibili. Sono dettagli importanti nella sua storia.

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