Viktor Parma, papà (triestino) della lirica slovena finito nell’oblio

È considerato il padre dell’opera lirica slovena, eppure la sua musica era stata messa al bando dal governo comunista jugoslavo e il suo nome finito nell’oblio fino a pochi anni fa. Ruoterà attorno all’affascinante figura del compositore triestino Viktor Parma il nuovo incontro in programma alle 17.30 nella sala "Bazlen" di palazzo Gopcevich (ingresso libero fino a esaurimento posti) nell’ambito dei “Lunedì dello Schimdl”, intitolato, per l’appunto, “Viktor Parma: un triestino dimenticato”. A delineare il ritratto del compositore, nato a Trieste nel 1858 e morto a Maribor nel 1924, saranno Paolo Petronio, autore dell'unica monografia esistente su Parma, e il giornalista Luciano Santin.
L'appuntamento rientra negli approfondimenti dedicati alla produzione musicale a Trieste negli ultimi decenni dell'impero absburgico, a margine della mostra "La grande Trieste. 1891-1914", visitabile al Salone degli Incanti fino al 3 maggio.
L'attività compositiva di Viktor Parma, nato in piazza Barbacan in una famiglia slovena, si colloca nel contesto del risveglio delle culture nazionali che attraversa l'Ottocento. Parma mostrò, fin da piccolo, inclinazione per la musica e studiò a Vienna sotto la guida di Anton Bruckner. Contemporaneamente si laureò in giurisprudenza e, seguendo le orme del padre, trovò lavoro come commissario di polizia.
Musicalmente decise di fondare la scuola musicale nazionale slovena seguendo l'esempio dei cechi Smetana e Dvorák. Divenne così il padre dell'opera lirica slovena: il suo capolavoro, “Zlatorog”, affronta una delle più celebri leggende delle Alpi Giulie. Contemporaneamente creò pure la grande operetta slovena.
Nonostante il suo successo (divenne un simbolo per la comunità slovena di Trieste), Viktor Parma si mostrò contrario alla Prima guerra mondiale e per questo motivo fu punito dal governo austriaco con il pensionamento forzato. Dopo la guerra, la nuova Jugoslavia si disinteressò di lui. Trieste lo ricordò nel 1924 con un trafiletto dopo la sua morte avvenuta a Maribor. La sua musica fu poi osteggiata dal governo comunista jugoslavo e proibita. Solo dal 2002 in poi il suo nome è riapparso nei teatri sloveni e la sua musica è stata riscoperta.
Riproduzione riservata © Il Piccolo