Verso Camporosso una “sella” spartiacque tra i bacini di due mari

Siamo a Tarvisio, a 732 metri sul livello del mare. Lembo estremo regionale e nazionale. Ci siamo arrivati in treno, con il “Mi.Co.Tra” (Miglioramento Comunicazioni Transfrontaliere), dal capoluogo friulano con partenza sportivamente austera (ore 7.14). Oppure arriviamoci in auto, ma l'auto ci obbliga a ritornare al punto di partenza, il treno no. Poi, caricare la bicicletta sul convoglio ha il suo fascino e questo “Mi.Co.Tra” è stato fatto pensando anche ai ciclisti, con un amplio vagone apposito. Ad ogni modo, da Tarvisio parte un crocevia di piste ciclabili e non. Piccolo ventaglio di possibilità: 1. proseguire per ciclabile verso il valico frontaliero di Fusine, poi passare in Slovenia e raggiungere Kranjska Gora, un villaggio che sembra un presepio. 2. Proseguire verso Villach, sempre per ciclabile, lungo la “Grado–Salisburgo”. 3. Scendere, da Tarvisio verso la Val Canale, per Pontebba e oltre.
Descriviamo questo itinerario. È una pista per velocipedi, era una ferrovia fino agli anni '90. Ora si va a pedali, lungo stazioncine dismesse, case di casellanti e soprattutto memorie. La pendenza è minima: ci veniva la locomotiva. Comunque, ora la facciamo in discesa, costante, al massimo un 2% di pendenza. Unica eccezione, si sale piano verso la sella di Camporosso, (salita lieve) circa 3 km da Tarvisio.
Lo sapevate? Camporosso è lo spartiacque che divide il bacino del Mediterraneo da quello del Mar Nero. Da qui, tutti i fiumi, fino all'ultimo rigagnolo, si spartiscono una direzione opposta importante. Provate a vedere. Questo “anonimo” passo è importante! Prossima sosta: Ugovizza, altri 10 km. C'è la stazione, c'era. Ora è un ristorantino con cose buone da mangiare e una signora che parla un italiano forbito con un simpatico rispetto. Fermatevi lì, poi ci sono altri 25 km per un'altra stazione, quella di Chiusaforte. Altro ristoro, ora anche museo di memorabilia ferroviarie, foto, divise. Lì a cento metri c'è la pompa per la vaporiera del locomotore, ancora funzionante, con lo stemma austro-ungarico. C’è un personaggio gentile che ancora manutiene ’sta cosa. E allora, proseguite per altri 10 km fino a Resiutta. Lì finisce l'itinerario numero 3, qui preferito. Gli altri non son da meno.
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