Verdone e il nuovo film «Ho voglia di condivisione e cammino coi miei attori»

SANDRI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA -CARLO VERDONE AL PORTO ASTRA. DA SX: ROCCO PAPALEO, CARLO VERDONE, ANNA FOGLIETTA
SANDRI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA -CARLO VERDONE AL PORTO ASTRA. DA SX: ROCCO PAPALEO, CARLO VERDONE, ANNA FOGLIETTA



È partito dal Veneto il tour promozionale del nuovo film di Carlo Verdone, “Si vive una volta sola”. Padova e Mestre (Museo del ‘900) le tappe scelte per presentare la sua 27°a fatica, prima dell’uscita ufficiale il 26 febbraio. «Lo dovevo al Veneto: qui è nata la commedia moderna con Goldoni e serbo ancora dolcissimi ricordi legati a questo territorio» confida il regista. «Al Lido di Venezia, quando ero ragazzino e mio padre lavorava come dirigente per la Mostra del Cinema, ho avuto i miei primi batticuori nella casa che affittavamo per la stagione in via Emo. Mi piacerebbe girare qui, ma devo trovare un soggetto adatto a questa ambientazione».

“Si vive una volta sola” è un inno all’amicizia, quella che unisce la stimata èquipe chirurgica guidata dal primario Umberto Gastaldi (lo stesso Verdone) in un collaudato e profondo sodalizio professionale e personale con il suo assistente Corrado (Max Tortora), l’anestesista Amedeo (Rocco Papaleo) e la strumentista Lucia (Anna Foglietta). Un quartetto insolito che ricorda gli “amici miei” di Monicelli, con tanto di feroci scherzi ai danni del mite anestesista e di una tragicomica “zingarata” in Puglia organizzata per trovare il coraggio di rivelare all’inconsapevole Amedeo che un tumore gli lascia poco tempo da vivere.

«Avevo bisogno di tornare a un lavoro corale come ai tempi di “Compagni di scuola”» racconta Verdone. «Una volta costruivo i miei film sui personaggi, sulle maschere. Poi li ho messi da parte per realizzare delle opere in cui fosse la storia l’elemento centrale. Credo che ormai non sia più il tempo della comicità alla “Grande grosso e Verdone”: non voglio essere ricordato come un attore patetico. Ora ho voglia di condivisione: non si tratta di fare un passo indietro ma di camminare insieme ai miei attori».

Per Anna Foglietta e Rocco Papaleo è stata la prima volta sotto la regia di Verdone. L’attrice romana ne è rimasta entusiasta: «È sempre stato il più bravo ad analizzare e precorrere i tempi. I suoi personaggi sono gli antesignani di un sentire comune. Carlo è la storia del cinema perché i suoi film uniscono l’Italia da nord a sud». Anche Rocco Papaleo ammette di avere sempre aspettato la chiamata di Verdone: «Ci sono i film belli e i film brutti. Poi ci sono quelli di Carlo che sono una esperienza a parte. Il suo cinema ha scandito la vita di tutti noi».

“Si vive una volta sola” sta al passo con i tempi: nel film Verdone, che ha un rapporto complicato con la figlia showgirl in tv, non manca di stigmatizzare l’uso dei social («pensiamo di avere migliaia di amici in una realtà che si nasconde sempre di più dietro allo schermo di uno smartphone») e la sua comicità ha ormai quella vena malinconica e crepuscolare di chi sa che oggi far ridere è molto più difficile. «Dai tempi di “Un sacco bello” è cambiato il mondo. Se mi guardo indietro mi sembra un altro spazio, un altro tempo. Con la globalizzazione c’è stato un appiattimento perché tutti sono uguali: dal taglio di capelli ai tatuaggi. E questo nuoce alla commedia perché vengono a mancare le differenze. Fin qui è stata una corsa fantastica: credo di aver sempre lavorato con grande onestà e di non aver mai dato una fregatura al mio pubblico. Se sono durato così tanto è perché ho avuto il coraggio di cambiare e di sterzare al momento giusto». Se è vero che si vive una volta sola, Verdone lo ha fatto sempre con grande generosità: verso i suoi attori ma soprattutto verso il suo pubblico: un affetto lungo 43 anni.



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