Variazioni Goldberg l’humor ebraico di Tabori nel dialogo tra Dio e l’uomo



Nonostante la Storia non fosse stata benevola con lui, George Tabori non ha mai tradito la propria indole: un solido umorismo ebraico. Non si era certo imbarazzato, nel 1987, a intitolare "Mein Kampf" il suo testo teatrale, parodia beffarda sul giovane Hitler. E "Variazioni Goldberg", scritto 1990, era secondo lui il titolo più azzeccato per un suo dialogo, nientemeno che con Dio: però strizzando l'occhio alla celebre composizione di Bach.

Ungherese, di famiglia ebraica, nato pochi giorni prima dello scoppio della prima guerra mondiale, e scomparso nel 2007, pochi mesi prima della grande crisi economica, nei suoi 93 anni di vita avventurosa,Tabori aveva collezionato inaspettati trionfi e clamorose contestazioni.

Anche per questo, ora, il regista Robert Waltl ha scelto di portare in scena proprio "Variazioni Goldberg" (foto di Luca Quaia): la più recente produzione del Teatro Stabile Sloveno, ultimo titolo di stagione, al debutto venerdì nella sala di via Petronio.

«In principio Dio creò il teatro, e pensò che era cosa buona. Ma ben presto si accorse che il tecnico luci aveva sbagliato interruttore, il fonico si era preso una bronchite e l'amministratrice... era scappata con la cassa» scherza il regista. «Succede nel teatro di Gerusalemme dove Tabori ha ambientato la sua bizzarra commedia. Ma succede da secoli, ovunque si faccia teatro: anche a Trieste dove stiamo per andare in scena con una compagnia che ce la mette tutta per portare in scena i personaggi delle Sacre Scritture. Alla maniera di Tabori, beninteso».

«Le vecchie storie, quelle di qualche millennio fa, restano ancora le migliori», sostiene Ivica Buljan che ha curato l'adattamento drammaturgico. Così, nella esplosiva commedia appaiono Adamo ed Eva, Caino e Abele, il vecchio Abramo, Isacco, Mosè, perfino Cristo crocifisso. A condurre a buon fine la perigliosa traversata del Mar rosso teatrale ci sono un egocentrico regista, Mr Jay e il suo zelante assistente, il signor Goldberg appunto, impegnati in un duetto che strizza l'occhio al tradizionale format ebraico del dialogo tra Dio e l'uomo. «Tabori non voleva farsi beffa dei dogmi religiosi - prosegue Waltl - si divertiva ad osservare la superficialità con cui vengono adottati». Dio, ovvero Mr Jay, è interpretato da uno storico attore della compagnia slovena, Vladimir Jurc, mentre il tuttofare Goldberg sarà Tadej Pišek. Farà loro corona una compagnia di altri sette interpreti. Repliche fino a sabato 23 marzo, sempre con sopratitoli in italiano. —

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