Vandelli: «L’Equipe 84 era giusta per i tempi»

La memoria forse non è più quella di una volta ma la voglia di comporre, suonare e trasmettere non è mai entrata in crisi, specie se c'è un palco dal vivo da onorare. Maurizio Vandelli, lo storico leader della band Equipe 84, non ha dubbi a proposito: l’esperienza del concerto è una missione da compiere, quella di «mandare la gente poi a casa felice, con un sorriso da orecchio a orecchio». Una missione che attende conferma domani, alle 20.30, al Politeama Rossetti, nell'ambito de "Il Sogno di Giulia", la manifestazione promossa dalla parrocchia di Santa Caterina da Siena, dall'assessorato ai Teatri del Comune di Trieste e dalla famiglia di Giulia Buttazzoni, la giovane studentessa triestina scomparsa nel dicembre del 2016, vittima di un incidente stradale.
Una serata di impegno sociale, ricordi e sensibilizzazione ma anche di tanta musica e per l'occasione firmata da un marchio storico della canzone italiana come Maurizio Vandelli, icona e testimone dell'evoluzione degli anni '60, nel fermento che segnava il passaggio dal Beat al Pop d'autore, tra sperimentazione e un mercato da conquistare non tanto a concerti quanto a suon di dischi, soprattutto i 45 giri.
Vandelli e l'Equipe 84 fecero breccia in tal senso, fregiandosi dell'appellativo dato dalla stampa di "Beatles italiani", avvalendosi di collaborazioni con artisti come Lucio Battisti e dando vita a una saga di incisioni ancor oggi amata e attuale, con brani come "29 Settembre", "Un angelo blu", "Tutta mia la città".
Altri tempi, insomma, anche per la musica: «Altri tempi, è vero - conferma Maurizio Vandelli - anche nei percorsi di gavetta che noi cantanti dovevamo fare all'epoca. Oggi regnano i reality, un tema che non mi vede contrario, anche se poi noto troppa inflazione nel portarli alla ribalta. Io sono favorevole da sempre a tutte le nuove idee in campo creativo - aggiunge - ma a volte ci vorrebbe magari più fantasia, anche se, devo ammetterlo, solitamente i casting musicali per questi talent show sono molto ben curati».
A proposito di talenti e dintorni. È curiosa la definizione del caso di Maurizio Vandelli, giocata tra molta ironia e disincanto: «Il successo dell’Equipe 84? Diciamolo, a volte nella vita bisogna aver fortuna - afferma - noi siamo capitati nel momento giusto e con le doti musicali e le idee adatte all'epoca. Fare musica non è come timbrare il cartellino...».
Il viaggio di Maurizio Vandelli da solista intanto continua. Il cantautore è infatti tornato in studio per un nuovo progetto, che uscirà verso la fine del 2018 e corredato da un tour: «Non attendevi cambiamenti - avverte Vandelli - lo stile sarà quello di sempre, voglio e devo restare nel mio laghetto di espressione». Un lago da esplorare intanto nella serata dedicata a Giulia Buttazzoni, evento che vede in cartellone anche Leonardo Zannier, Le Babettes, la Banda Berimbau, The "1000 Streets Orchestra", l'Adriac Express e il Coro dell'Istituto "Iqbal Masih". Ingresso a offerta libera.
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