“Valvole e vinile”: Gino D’Eliso festeggia 50 anni di musica
TRIESTE Bryan Ferry, Rod Stewart, Mick Jagger. E poi Lucio Battisti, Pooh, Ivan Graziani. L'enciclopedia del rock? No, l'album dei ricordi del cantautore triestino Gino D'Eliso, che festeggia cinquant'anni. Di musica e successi scolpiti nel cuore della pietra, ossia del rock. Anzi, del Mitteleurock. Per la ricorrenza esce ora un nuovo album di inediti, “Valvole e vinile”, che verrà presentato domani alle 18 al Circolo della stampa.
Verranno ripercorse cinque decadi ricchissime di incontri e aneddoti. Da Disco Ring a Mister Fantasy, da Red Ronnie a Carlo Massarini. Con parole e musica: oltre ad alcuni dei nuovi, D’Eliso riproporrà in acustico i suoi più grandi successi. «Ho inciso 280 canzoni – rivela - e ho nel cassetto più di mille inediti. Che non avrei potuto più smettere di suonare l'ho capito a 16 anni, esibendomi al Paradiso con il mio primo gruppo, The Childrens. Facevamo cover di tutto quello che andava alla fine degli anni ‘60, dai Beatles agli Stones ai Procol Harum. Eravamo avanti». Avrebbe dovuto collaborare con Jagger: «Ci mise in contatto il mio grande amico Nanni Ricordi, che era in rapporti stretti con il suo produttore. La canzone si sarebbe dovuta chiamare “Africa”.
E Ferry? «Avevo scritto un brano, “Roxy Mambo”, che doveva essere cantato da lui. Credo esista un demo con la sua voce». Stewart: «Adorabile. Volevo discutere di musica, invece siamo finiti a parlare di calcio». E i Sex Pistols: «Potevo produrli, ma mi hanno fatto paura, specie Sid: emanava brutte vibrazioni, era già morto». Pooh. «Signori musicisti con cui mi sono fatto le ossa: aprire i loro concerti solo con la mia chitarra era – come disse Red - un suicidio. Ma da allora non ho mai più avuto paura di niente». Battisti. «Per un periodo, nel '75, abbiamo coabitato nello stesso studio, il Mulino. Era piuttosto schivo, quasi timido. Con Mogol faceva lunghe chiacchierate. Parlavano molto di calcio. Anzi, Mogol parlava e lui ascoltava». .
Gaetano. “Mi agitava: era sempre nervoso, incavolato col mondo”. “Cattivi pensieri” è l'album che ha venduto di più ma poi è uscito dal giro. "Ebbi una discussione sulle scelte musicali e non accettai di cambiare i miei testi, giudicati troppo aggressivi”. Rimpianti? “Non ne ho. Ho fatto quello che ho voluto. Quello che non rifarei è pubblicare “Ti ricordi Vienna?”, non in quei termini. L'arrangiamento era troppo funky, i miei “provini” - con Eugenio Finardi, Claudio Pascoli, Walter Calloni - decisamente più rock”. —
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