Una storia con due donne dietro l’icona del Baffone

Un libro di Luigi Menazzi Moretti sui 130 anni della dinastia della birra. Il ruolo della triestina Anna Muratti

Domani alle ore 18, alla Libreria Minerva in via San Nicolò 20, a Trieste, Luigi Menazzi Moretti presenterà il suo libro "La birra Moretti da Udine al Mondo - 130 anni di una dinastia imprenditoriale", pubblicato da Gaspari Editore. L'autore converserà con Marco Pacini, caporedattore centrale de Il Piccolo.

La storia comincia nel 1842 a Nespoledo di Lestizza. Campagna friulana: gelsi, qualche vite, frumento, campi di mais che si inseguono fin sulle rive del Tagliamento. I Moretti sono commercianti di granaglie. Gli affari non vanno male. Ma a Luigi il paesino va stretto. E a 20 anni saluta genitori e fratelli: «Me ne vado a Udine, aprirò una mia attività». Con i risparmi compra un terreno appena fuori porta Venezia e in poco tempo diventa uno dei principali grossisti di generi alimentari della provincia. Nel 1959 fonda la “Fabbrica di Birra e ghiaccio Moretti” È l'inizio di una storia friulana, italiana e poi internazionale: la storia del Baffone. Una storia che dura fino a oggi, rimanendo fedele a quell'immagine, il Baffone, ormai conosciuta in tutto il mondo (in questi mesi in vetrina all'Expo di Milano, dove Moretti è la birra ufficiale).

Ma la storia del Baffone legata alla famiglia Moretti finisce nel 1990, quando Luigi Menazzi Moretti decide di vendere alla canadese Labatt, che qualche anno dopo cederà il marchio al colosso Heineken.

Oggi Luigi Menazzi Moretti, ultimo proprietario della dinastia, ha deciso di "sistemare le carte", immergendosi negli archivi e nei ricordi personali (è stato per 30 anni alla guida dell'azienda). Ne è uscito un volume corredato da bellissime immagini: "La birra Moretti da Udine al mondo - 130 anni di una dinastia imprenditoriale (Edizioni Gaspari, 170 pagine, euro 29).

Si tratta di un libro-intervista in cui Luigi Menazzi Moretti ha affidato le sue memorie a Mario Blasoni, giornalista, per molti anni capocronista del Messaggero Veneto. È la storia di un'impresa e di un marchio che i passaggi dalla dimensione artigianale a quella della grande multinazionale non hanno intaccato. Tanto che la Heineken, proprietaria del Baffone, oggi promuove la birra Moretti come prodotto di punta: la birra genuina, fatta come si faceva un tempo.

C'è una piccola rivelazione all'inizio nel libro: dietro la storia del Baffone si stagliano le figure di due donne. «Dedico questo racconto - scrive Luigi Menazzi Moretti - ai miei figli e nipoti e alle due donne - Anna Muratti e Luisa Moretti, nonna e nipote, finora trascurate dalla storia dell'azienda in cui rivestirono un ruolo determinante. Furono entrambe forzatamente catapultate nel loro ruolo, nella veste di uniche proprietarie dell'azienda: giovane vedova del fondatore con tre figli adolescenti la prima, orfana all'età di tre anni la seconda, mia madre Luisa». Anna Muratti, di facoltosa famiglia triestina, fu sposata in seconde nozze dal fondatore Luigi Moretti e contribuì in maniera decisiva al finanziamento e all'espansione dell'azienda. Il figlio di Anna e Luigi, Luigi jr, scomparve prematuramente e lasciò unica erede la figlia Luisa, madre di Luigi Menazzi Moretti.

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