Una mostra dedicata a Banksy al Salone degli Incanti di Trieste
Da venerdì 25 novembre il grande comunicatore
si racconta in cinque sale: le radici, lo studio, le proteste, la violenza e la guerra, le performance

TRIESTE L’interno del Salone degli Incanti ha cambiato volto per ospitare la mostra “The Great Communicator.Banksy (Unauthorized exhibition)”, che si aprirà il 25 novembre. È stata creata una struttura che divide lo spazio in cinque differenti sale, in modo tale da articolare un percorso espositivo.

L’esibizione comincia focalizzandosi sulle radici culturali e visuali di Banksy, con una sala dove sono esposte opere di artisti e di movimenti a cui l’autore si è ispirato. «C’è una serie di poster del maggio francese – racconta il curatore Gianni Mercurio – in cui si possono osservare alcuni elementi ripresi dall’artista: il minimalismo, la comunicazione delle rivolte e l’uso dello stencil». Si trovano poi opere legate ai Situazionisti e alla loro rielaborazione del concetto di comunicazione di massa. E infine i graffiti di New York degli anni Ottanta. «In questa sala troviamo due giganti dell’arte contemporanea: Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Banksy nel primo periodo ha lavorato molto su murales e sono evidenti i riferimenti alla scena newyorchese».
Continuando con la visita, nella seconda sala si viene accolti in una ricostruzione dello studio di lavoro di Banksy. «Una specie di scenografia. Con una miriade di lattine di vernice spray, delle cornici, alcune tele con le sue opere, tutte buttate a terra».
Prosegue Mercurio: «In questa sala sono esposte opere che fanno riferimento alla società British che l’artista prende in giro. In primo luogo, la famiglia reale e i politici». Si trovano, per esempio, alcune banconote con riprodotto il volto di Diana Spencer e un ritratto di Winston Churchill con una cresta punk. In questa sala si può ammirare l’opera Devolved Parliament: rappresenta il parlamento inglese ma al posto dei deputati ci sono delle scimmie.
Gli animali antropomorfi tornano spesso nelle opere dell’artista. Infatti, al Salone degli Incanti saranno esposte alcune opere con i topi, raffigurati da Banksy in diverse pose e con diverse tecniche. Sul frammento di un muro ecco un topo, realizzato a stencil, che tiene in mano un radar.

Si continua la visita nella terza sala, dedicata alle proteste e al capitalismo, dove il visitatore troverà il trittico del lanciatore di fiori e anche una sua prima elaborazione. «Quest’opera è comparsa per la prima volta in una mostra in un garage di Bristol, nel 1988 - spiega il curatore -. Banksy aveva disegnato la scena di una rivolta, che sembra molto aggressiva, ma poi ci si accorge che c’è un ragazzo che lancia un mazzo di fori e lascia un tappeto di petali».
Di nuovo un frammento di muro. «Una specie di pittura rupestre - illustra ancora il critico - che Banksy portò di nascosto in una delle sue incursioni al Bristol Museum. Ci mostra la contraddizione della street art: nasce come una performance e successivamente quest’opera venne esposta al British Museum in una mostra temporanea».

Nella quarta sala è stata allestita una sezione sulla violenza e sulla guerra. Spiega Mercurio: «Ci sono alcune opere molto forti come la figura della Morte, con tanto di falce, con uno smiley sul viso». È esposta, inoltre, la famosa opera della bambina vietnamita in fuga dal bombardamento al napalm, mano nella mano con Minnie e Topolino. Si parla anche del tema delle migrazioni con una serie di murales realizzati a Calais.
Uno spazio è dedicato al racconto di alcune celebri performance dell’artista. Come il Walled Off Hotel, realizzato a Betlemme nel 2017. Un vero albergo le cui stanze si affacciano sul muro che separa Israele e Palestina. Al piano terra della struttura, l’artista ha aperto un negozio che vende oggetti per dipingere e scrivere sul muro.
Chiude questa sala un angolo dedicato al rapporto tra Banksy e la musica. «37 copertine originali di dischi – anticipa Gianni Mercurio – dove forse la più famosa è quella dell’album Think Tank dei Blur. Lui nasce nell’ambiente post-punk e nel contesto musicale di Bristol e, soprattutto nel primo periodo, la sua arte è legata a quest’ambito».
Per concludere il percorso espositivo, è possibile entrare in una sala multimediale, la quinta, in cui sono proiettati alcuni video sul lavoro dell’artista. Uno di questi, per esempio, riguarda il tema ricorrente dei bambini. Un altro, invece, permette al visitatore di compiere un viaggio intorno al mondo attraverso i murales di Banksy.
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