Un virus cancella i ricordi del passato da ricostruire resta il gusto delle mele

È il film “Apples”, opera prima del greco Christos Nicou non un manifesto politico ma un invito alla rinascita



Un misterioso virus si diffonde cancellando i ricordi. Colpisce all’improvviso, senza segnali. Di punto in bianco la memoria, semplicemente, svanisce. Le persone che si trovano in questo stato di amnesia sono ricoverate, sottoposte a dei test, ma la nuova pandemia è ancora in fase di studio e non esiste una cura. Perciò, in breve tempo, i pazienti sono lasciati andare sotto vigilanza medica, avviati a un progetto intitolato “Nuova Identità”. Ossia invitati a riprendere una vita “normale”, in società, accumulando una nuova serie di ricordi che andranno per tappe immortalati: andare in bicicletta, al bar, avvicinare una persona, ballare, avere un rapporto sessuale. Vengono forniti abiti semplici, un piccolo appartamento, una Polaroid, un album per raccogliere le nuove memorie, le indicazioni sui successivi passi da compiere. Quasi delle sfide. Siamo in Grecia, ad Atene, ma potremmo essere ovunque nel mondo e in un tempo imprecisato, astorico, analogico.

Il protagonista di “Apples”, opera prima di Christos Nicou e film di apertura della sezione Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, da inserire nell’onda del “nuovo cinema greco” (ma in una forma meno punitiva rispetto a quella dei capofila della “wave” Lanthimos e Avranas) si chiama Aris. È un uomo sui cinquanta, solo, senza più un passato. Della vita precedente (forse) ricorda solo di apprezzare le mele. A meno che la perdita di memoria, non nasconda un segreto desiderio di rimozione. Non siamo nella fantascienza, per lo meno non nei codici del racconto di fantascienza, ma in una realtà dai contorni distopici, all’interno della quale è difficile distinguere i confini tra protezione e controllo.

Ma pur nel suo essere più che mai attuale, “Apples” non ambisce allo status di film politico, si ferma a una dimensione più intima e personale, offrendo una lettura delle cose che alla fine invoglia a pensare piuttosto a un invito alla rinascita. —

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