Un talento triestino nella casa editrice di Zerocalcare e Bilal

di ALESSANDRO MEZZENA LONA
Fare i fumetti non è più un sogno lontano. Un viaggio tutto di fantasia di quand’era ragazzino. Perché Jacopo Paliaga, adesso, è entrato nel mondo delle storie disegnate dalla porta principale. La sua prima graphic novel “Come quando eravamo piccoli”, realizzata in collaborazione con il disegnatore French Carlomagno, è uscita infatti in una splendida edizione per Bao Publishing. La casa editrice di Zerocalcare, candidato al Premio Strega 2015 con “Dimentica il mio nome”. E di altri nomi importanti come il francese Enki Bilal, l’americano Scott McCloud, il neozelandese Dylan Horrocks, gli italiani Teresa Radice e Stefano Turconi, che l’anno scorso hanno conquistato tutti con il loro “Porto proibito”.
Il bello è che Jacopo Paliaga, che è nato e vive a Trieste, non ha dovuto fare nemmeno troppa anticamera. Perché a 26 anni si ritrova già con un’importante opera prima nelle librerie. E un webcomic partito in rete quasi fosse una scommessa tra amici, sempre in tandem con French Carlomagno, che si intitola “Aqualung” come il più famoso disco dei Jethro Tull. La storia ha calamitato gli occhi attenti degli editor di Bao Publishing. Tanto che a settembre, quando debutterà on line la seconda serie di “Aqualung”, uscirà la prima parte in volume.
In “Come quando eravamo piccoli”, Jacopo Paliaga non ha esitato a inserire tutti i suoi amori. Le serie tv, soprattutto, ma anche la musica. E, ovviamente, il cinema e i fumetti. Non a caso protagonista della graphic novel (che il torinese Carlomagno disegna puntando su colori soffusi e una linea pulita e personalissima) è Pietro. Un giovane, affermato creatore di una serie televisiva che ha conquistato il pubblico americano. Ma che, stagione dopo stagione, deraglia dal suo progetto originale. Tanto da procurargli una crisi di creatività. Complicando anche la sua vita sentimentale: dal momento che Sophie, l’attrice di cui è innamorato, finisce per lanciarsi in una liaison con il collega Greg
«Ho studiato a Padova, alla Scuola internazionale di Comics», racconta Jacopo Paliaga, che nelle note biografiche dichiara di avere un piccolo cane di nome Spritz, che diventa Spritz Aperol da venerdì a domenica. «Tra gli insegnanti c’era Mirko Perniola, che lavora per Sergio Bonelli Editore e cura soprattutto le collane di Nathan Never. Ho sempre amato fumetti, serie tivù, film, musica. Sono partito, come tanti, da Topolino, Pk, Monster Allergy, ma anche dai personaggi Marvel. Però, quello che mi ha fatto pensare “da grande voglio fare i fumetti” sono stati senza dubbio gli Ultimates di Millar e Hitch, Planetary di Warren Ellis, Invincibile di Kirkman e Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley».
Non a caso, Pietro è un creatore di serie per la televisione. «Mi hanno formato, tra tante, Buffy, Lost e How I Met Your Mother. Però credo che le migliori di sempre, secondo me, siano The Shield, The Wire e I Soprano. Di quelle più recenti citerei su tutte Fargo, Mad Men, House of Cards, quel gioiellino sottovalutato di Halt and Catch Fire, e Modern Family, che in sette anni non ha ancora perso un colpo. In maniera minore Breaking Bad e Game of Thrones». E ancora non si è stufato: «Quelle che aspetto con più impazienza sono quasi sempre targate Image: tutta la roba di Jonathan Hickman, Rick Remender, Jeff Lemire e Mark Millar. Tra tra le altre, c’ho una scimmia gigantesca per Southern Bastards di Aaron e Latour, Paper Girls di Vaughan e Chiang, ovviamente Saga, Outcast di Kirkman, Sex Criminals, e ne sto sicuramente dimenticando tantissime».
“Come quando eravamo piccoli” riesce a calamitare l’attenzione del lettore senza mai mollarla. Fin dalle prime mosse, quando Pietro rientra in Italia. E ritrova sua sorella Rebecca, che vive una relazione felice e sbilenca con Lucas. Sarà lei, con la sua presenza discreta, a riportarlo agli anni dell’adolescenza. A spingerlo a impossessarsi dei luoghi di quand’era ragazzino, per trovare l’amore. In una città che Carlomagno disegna mescolando un po’ di Trieste, un po’ di Torino, e qualcosa che arriva dritto dal mondo immaginario dell’artista.
«Ho cercato insieme a French di raccontare una storia che riuscisse a coinvolgere subito il lettore - rivela Paliaga -. Che avesse i tempi giusti di un film, o della puntata di una nella serie televisiva. Del resto, ho capito presto che con i disegni non ce l’avrei mai potuta fare. Che sarebbe stato impossibile per me raggiungere livelli alti. E allora mi sono concentrato sull’altra passione, quella della scrittura. Trovare Carlomagno, dopo un po’ di contatti via Facebook, è stato bello e importante. Perché se il disegnatore non entra in sintonia totale con te che scrivi la storia, penso diventi tutto maledettamente complicato».
La sintonia, tra Paliaga e Carlomagno, dev’essere stata davvero ottima. Visto che Jacopo ha iniziato a scrivere la storia sul finire del 2015. E a fine maggio, “Come quando eravamo piccoli” è approdato nelle librerie.
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