Trieste Underground - I cantautori: voci fatte di musica, tutte da scoprire

Ci sono parecchi giovani cantautori che usano Trieste, e anche il dialetto, come fonte d’ispirazione

Nel cantautorato ci sono anche gli esempi di quelli che stanno uscendo con decisione dall'underground da cui sono partiti, come i bravissimi The Leading Guy (ex Busy Family) e Chiara Vidonis (ex Linea Bassa): entrambi stanno percorrendo con ottimi riscontri la carriera solista. E poi Cortex, premiato più volte da Mogol per le sue capacità di scrittura o Matteo E Basta che porta avanti un progetto di cantautorato di matrice folk, o Lorenzo Gileno che di recente ha presentato "Kairòs", un disco realizzato con gusto e grande cura.

Lorenzo Gileno nella foto di Marina Raccar
Lorenzo Gileno nella foto di Marina Raccar

Anche il fratello minore, Riccardo Gileno, si sta rivelando ottimo musicista.

Racconta: «Ho iniziato nel 2010 a cantare con gli amici, e poi ho cercato di coltivare quella che è sempre stata una mia grande passione. Per un paio d'anni sono stato frontman dei Groove O'Matic, un gruppo funk con cui abbiamo anche partecipato all'Opening Band Live. Poi una volta scioltisi, ho intrapreso la mia strada, componendo testi e musiche delle mie canzoni in inglese. Allo stesso tempo, suonavo il basso nella Free Strangers' Society e m'impegnavo nel progetto Family Affair con mio fratello Lorenzo: portiamo in giro delle cover estrapolate dal panorama cantautorale italiano sia attuale, sia vintage. In questo momento faccio parte del collettivo r'n'b The Topix e del progetto StopTheWheel. I miei sforzi sono comunque sempre incentrati sul percorso da solista».

Tra i più giovani, un talento da tenere d'occhio è Fiore Lazzerini, classe '97. Studia chitarra e compone canzoni folk-pop, nel 2014 ha realizzato un ep e si è fatta notare dal vivo tra Circoli Arci, Etnoblog, Balcony Tv, Sofar, Cxg, Tetris, Trieste calling the boss… Ora sta lavorando al disco di debutto.

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Altra bella voce femminile: quella di Irene Brigitte, classe '89, interprete e cantautrice dai gusti eclettici, passa dalla forma canzone alla sperimentazione a voce sola. Attiva nell'ambito della popular music, ha cantato in diverse rassegne italiane - Festival Internazionale della Poesia, Trieste Next, Stazione di Topolò, Nei Suoni dei Luoghi, Nuove Impressioni - collaborando tra gli altri con Andrea Massaria (Bossanova Project) e Giovanni Settimo (D'altri luoghi).

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Dal 2014 approfondisce lo studio del repertorio antico attraverso il Corso di canto rinascimentale e barocco del Conservatorio Pedrollo di Vicenza, dove affianca lo studio del liuto e diverse masterclass. Nel 2016 viene presentato al Festival di Cannes il cortometraggio "La santa che dorme" (regia di Laura Samani) per il quale ha scritto e interpretato la colonna sonora. La cantautrice ha anche dedicato un commovente pezzo a Giulio Regeni (il ricercatore era un appassionato di musica e aveva suonato le tastiere con i Fronekaust).

Irene, pensando ai talenti locali dice: «Tra i tanti vorrei citare Michael Petronio col suo BTaste e Eleonora Cedaro che ha collaborato anche con Schiraldi».

Stefano Schiraldi alla chitarra
Stefano Schiraldi alla chitarra

Stefano Schiraldi compone, suona e canta fin da bambino. Negli anni ha sfornato centinaia, se non migliaia di melodie allegre, tristi, euforiche, disperate. "Trombeta stonada" del 2015 è il suo debutto discografico. Racconta: «Ho sempre scritto testi in italiano, l'utilizzo del dialetto è nato nel momento in cui mi trovavo lontano da Trieste: nel 2006 ho lavorato per un anno in Toscana e ho riscoperto un legame forte con la mia città natale, accompagnato da un sentimento di grande affetto e indulgenza proprio nei confronti dei difetti, degli atteggiamenti che più avevo criticato e vissuto con insofferenza durante la mia adolescenza e giovinezza, come ad esempio una certa saccenza, la chiusura verso l'esterno, la ruvidità nei rapporti e anche per la musica tradizionale. I testi di "Trombeta stonada", tutti in dialetto tranne uno, sono stati scritti tra il 2007 il 2013, gli arrangiamenti musicali sono stati invece perfezionati più di recente nel lavoro di collaborazione con i musicisti che hanno suonato nel disco».

Aggiunge: «Trieste è presente nelle canzoni ma non è la protagonista, direi piuttosto che attraversa le canzoni: in alcuni pezzi rappresenta il mezzo naturale per declinare alcuni temi ricorrenti nella mia poetica che hanno espressione universale a usi, costumi, difetti e maschere locali ("Come un perognoco", "Gente de media", "Nissun che me scrivi", "L'omo xè cussì"); altri parlano più direttamente della città raccontando di non luoghi come Portovecio, di aspetti naturali che appartengono ormai alla natura umana cittadina ("Sufia la bora") e meno naturali come in "Scovaze" (qui l'imbeccata l'ho avuta da Paolo Rumiz)».

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Nel 2010 e 2011, assieme a Toni Bruna, ha organizzato "Trieste dormi? - Cantautori e poeti in dialetto triestino". Ad alternarsi, oltre ai due ideatori, Massimo Serli, Paolo Paolin, Tommaso Scarcia… Conclude Schiraldi: «Ci piacerebbe organizzare un'altra edizione e siamo alla ricerca di talenti che usano il dialetto».

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