Trieste, si ritorna alle “Lezioni” con la Storia nell’Arte
di Pietro Spirito
È il 1868. Due donne e un uomo sono affacciati al balcone. Tutti e tre sono assorti, distanti, ciascuno sembra perso nei suoi pensieri. E sono vestiti in modo diverso: le due giovani donne sfoggiano abiti bianchi vaporosi, crinoline e guanti, mentre l’uomo indossa un abito nero, con la camicia bianca che fa risaltare la cravatta. Perché queste differenze e cosa significa la loro diversità? Cosa simboleggiano le tre figure affacciate al balcone? È da questa immagine, le tre figure del celebre quadro “Il balcone” di Eduard Manet, che domenica 17 gennaio, alle 11, al Teatro Verdi, sarà inaugurato il terzo ciclo delle Lezioni di Storia, intitolato quest’anno “La Storia nell’Arte”, realizzato dalle Edizioni Laterza in accordo con il Comune di Trieste, la sponsorizzazione e il contributo di AcegasApsAmga e della Fondazione CRTrieste e con la collaborazione de “Il Piccolo”.
Diciottomila: tanti sono stati gli spettatori delle due precedenti edizioni, la prima dedicata alla storia di Trieste dall’antichità ai nostri giorni, la seconda alla Grande guerra. Stavolta il filo conduttore sarà la storia - anche quella triestina - raccontata a partire da alcune opere d’arte, non necessariamente famose, ma certamente significative per trattare un tema storico. Come appunto il quadro “Il balcone” di Manet, descrivendo il quale lo storico Alberto Mario Bandi nel primo appuntamento della rassegna parlerà della nascita della borghesia in Europa e dei riflessi e dei fasti della borghesia triestina. Nove appuntamenti in tutto, come da tradizione, fra gennaio e aprile, a domeniche alterne, tre dei quali saranno particolarmente dedicati ala storia di Trieste e dintorni (vedi articolo qui sotto).
«Il rapporto dei triestini con la Storia è un rapporto molto forte e per certi versi violento», ha detto Lodovico Steidl, responsabile del progetto del ciclo per Laterza Agorà durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna nel Salotto azzurro in Municipio, presenti il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, gli assessori all’Educazione e alla Cultura Antonella Grim e Paolo Tassinari, Lucio Delcaro e Casare Pillon rispettivamente per la Fondazione CRTrieste e per AcegasApsAmga. «Qui a Trieste - ha continuato Steidl - facciamo numeri come a Milano, che è una metropoli, e i triestini dimostrano sempre di essere interessati alla lettura del tempo, non solo quando si parla della loro città ma anche quando dalla storia della città di amplia lo sguardo al resto del mondo; è questo è un modo di fare e sentirsi comunità».
In quanto alla scelta di partire da opere d’arte per trattare argomenti di storia, «si tratta di recuperare una dimensione delle opere d’arte dimenticata». Quando si parla d’arte, ha detto ancora Steidl, si tende sempre a dare la priorità agli aspetti estetici o formali, dimenticando che sin dalle origini, dai graffiti preistorici nelle grotte, «le opere d’arte nascono come rappresentazione della realtà, per illustrare e raccontare un mondo, un fatto, le persone ciò che ci circonda.
Ecco allora Alberto Mario Banti che parte da “Il balcone” per spiegare la nascita e l. o sviluppo della borghesia; Maria Giuseppina Muzzarelli (24 gennaio) prenderà invece spunto da Adamo, Eva e la “serpenta” del Guidizio Universale di Buonarroti per trattare il tema del “controllo delle donne” nell’antichità. Ancora, Giulio Mellinato (7 gennaio) parte dalla “Prosperità commerciale di Trieste” di Cesare Dell’Acqua per illustrare il “modello Trieste” nell’economia del XIX secolo. Massimo Firpo (14 febbraio) usa i ritratti di Machiavelli e Alessandro de’ Medici per spiegare come si falsificava una fisionomia a vantaggio della politica. Il 2 febbraio Anna Foa prende spunto dalla predella sul “Miracolo dell’Ostia profanata” di Paolo Uccello per spiegare le origini della discriminazione verso gli ebei. Il 6 marzo il direttore del “Piccolo”, Paolo Possamai, nei fregi e nelle decorazioni di Palazzo Carciotti e Palazzo Stratti legge la volontà di Trieste di rappresentare se stessa, di esibire in modo spasmodico la propria identità. Maurizio Viroli (20 marzo) illustrando le “Allegorie del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti, terrà una lezione su “Potere e giustizia”, su come, nella storia, il buongoverno sia stato sempre non solo eticamente giusto, ma anche vantaggioso per tutti. Infine il 3 e il 10 aprile, prima Andrea Giardini con “Il giuramento degli Orazi” di David, e poi Emilio Gentile con il “Sesto centenario dantesco” di Anichini parleranno uno della fratellanza civica tra ieri e oggi, l’altro della rivalità fra Mussolini e D’Annunzio.
Anche quest’anno le lezioni si potranno seguire in streaming sul sito del “Piccolo”, e anche quest’anno, come i prossimi, l’ingresso sarà gratuito. Sia AcegasPas che la Fondazione CRTriete hanno confermato il loro appoggio, mentre Cosolini ha già un’idea su quello che potrebbe essere il tema del ciclo del 2017: la storia vista attraverso le vicende delle grandi industrie. Anche questo, un tema decisamente “triestino”.
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