Trieste Science+Fiction si apre con un melò futuribile VIDEO

Al Rossetti “Marjiorie Prime” di Almereyda, con Jon Hamm, Tim Robbins e Geena Davis, premiato al Sundance. Il festival della fantascienza prosegue fino al 5 novembre

TRIESTE. Una nuova età dell’oro del cinema di fantascienza (“A New Golden Age”) è stata appena annunciata dalla prestigiosa rivista americana online “Indiewire”. Nonostante gli incassi sotto le aspettative, “Blade Runner 2049” segna infatti un passo importante nella strategia degli studios hollywoodiani. Oggi la fantascienza rappresenta – secondo “Indiewire” – l’unico genere in cui le major possono prendersi dei rischi accettabili dando a un autore il budget necessario per tentare qualcosa di originale. È così che presto usciranno nuovi progetti sci-fi di registi come Spielberg, Ang Lee, Payne, Rodriguez, James Gray e i sequel di “Avatar” di James Cameron.

 

Al Rossetti via al Trieste Science Fiction festival



A parlarne è Daniele Terzoli, da 15 anni presidente della Cappella Underground, il cineclub che organizza col suo team il più importante festival della fantascienza in Italia, Science+Fiction, al via oggi al Politeama Rossetti (fino al 5 novembre). «Non so se si possa già parlare di una nuova età dell’oro – spiega Terzoli –. Ciò che è accaduto da quando il nostro festival è rinato, è che le case indipendenti hanno ricominciato ad affrontare il genere sci-fi a basso costo, non puntando sugli effetti speciali ma riflettendo sul presente in chiave futura, rispondendo alle domande su come viviamo con l’immaginazione». Alcuni fra i migliori esempi di questa fantascienza “filosofica” sono passati in questi anni al Science+Fiction, da “Moon” a “Looper”, da “Coherence” a “Monsters”. E a questo filone appartiene anche il film d’apertura di stasera “Marjorie Prime” (ore 20 al Rossetti) dello statunitense Michael Almereyda, con Jon Hamm, Tim Robbins e Geena Davis, premiato al Sundance.

Veterano del cinema indipendente fra i più interessanti, incline a mescolare atmosfere contemporanee e gotiche, qui Almereyda ambienta un affascinante melodramma futuribile in una villa sull’Oceano, toccando un tema già presente in “Blade Runner 2049”. In una famiglia dal passato tormentato, i propri cari possono rivivere e interagire con noi come ologrammi, compensando la solitudine come accade a Ryan Gosling con la sua moglie virtuale. «’Marjorie Prime’ riflette sulla natura sempre più tecnologicamente mediata delle relazioni umane e di coppia – commenta Terzoli - alludendo al nostro rapporto esclusivo con gli smartphone, skype...».

Ma Science+Fiction non guarda solo al cinema Usa. «L’interesse del festival - aggiunge - è sulla produzione mondiale fantastica a 360°. Il 1° novembre ci saranno tre film dell’Europa dell’Est con il blockbuster ‘Salyut-7’, risposta russa ad ‘Apollo 13’. Poi tre film francesi col ritorno di Xavier Gens, l’africano ‘Kati Kati’ e il finlandese ‘It Came from the Desert’. Il festival vuole poi accostare gli emergenti ai maestri, e il premio Urania alla carriera a Sergio Martino è in continuità con i riconoscimenti del passato a Dario Argento, Roger Corman e Joe Dante».

«Il festival ha riconquistato lo spazio internazionale degli anni ’60 – conclude Terzoli -. Nel boom di eventi simili dei 2000 ci sentiamo vicini al London Fright Fest, con cui siamo cresciuti. Festival basati sui fan e sul rapporto diretto fra autori e pubblico».

 

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