Trieste pronta per Hemingway, protagonista Liev Schreiber

Il film dal romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi” sarà girato a Venezia e in Friuli, a Villa Kechler de Asarta. In città aperto il set de “I fantasmi della rivoluzione” di Thanos Anastopoulos

TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia è tornato terra di set, nonostante le difficoltà del Coronavirus. In regione sono ben quelli aperti in questi giorni e un nuovo progetto è in arrivo: si tratta del film “Di là dal fiume e tra gli alberi”, tratto dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway pubblicato nel 1950, che trasfigura nell’amore tra il maturo colonnello Richard Cantwell e la diciannovenne Renata la vera passione che legò lo scrittore alla giovane nobile veneziana Adriana Ivancich. Il film sarà ambientato principalmente a Venezia e sulla Riviera del Brenta, ma anche in Friuli, a Villa Kechler de Asarta, che ospitò davvero lo scrittore innamorato dei paesaggi del Nordest. E alle riprese potrebbe aggiungersi anche una giornata a Trieste: «Siamo in attesa di effettuare i sopralluoghi con la produzione nelle prossime settimane», conferma il presidente della Fvg Film Commission Federico Poillucci. «Le location probabili sono Piazza Unità e il Porto Vecchio, in una giornata di lavoro impegnativa perché dovremo ricreare l’epoca della fine degli anni ‘40». Il progetto risale a tre anni fa: nel frattempo sono cambiate sia la regia, ora affidata a Paula Ortiz, che il protagonista, Liev Schreiber al posto di Pierce Brosnan. Nel cast anche Matilda De Angelis, Laura Morante e Giancarlo Giannini.

Intanto, il lavoro dei tre set attivi sul territorio continua. Il primo, e più lungo, è quello della serie Rai “Volevo fare la rockstar 2” del regista goriziano Matteo Oleotto, seguito della prima stagione andata in onda con ottimi ascolti su Rai Due. Le riprese sono iniziate il 12 ottobre e proseguiranno fino al 6 febbraio: Gorizia e Cormons sullo schermo si trasformano ancora nel paese immaginario di Caselonghe, sfondo delle avvenute della famiglia Mazzuccato. Nei nuovi episodi ritroveremo tutti i protagonisti: Valentina Bellé nei panni della ragazza madre Olivia con le figlie Caterina Baccicchetto e Viola Mestriner, affettuosamente soprannominate “le brulle”, e poi Giuseppe Battiston, Emanuela Grimalda, Enrico Maria Manera e Angela Finocchiaro.

Trieste invece sono in corso fino al 28 novembre le riprese del film “I fantasmi della rivoluzione” di Thanos Anastopoulos, prodotto da Mansarda Production, tra Palazzo Carciotti, gli esterni nel centro città e il cimitero greco ortodosso. La trama parte dalla rivoluzione greca del 1821 a Trieste ma si concentra poi, al seguito di un gruppo di spiriti, sulla comunità greca di fine ’700 e di oggi, tra passato e presente. Dopo il segmento triestino, le riprese continueranno in Grecia fino a dicembre.

Infine, tra Arta Terme e Tarvisio, si concluderanno a breve le riprese di “Piccolo corpo”, l’opera prima della regista triestina Laura Samani prodotto dalla pordenonese Nefertiti Film, unico set regionale interrotto l’8 marzo scorso per il primo lockdown. «Si tratta dunque di un completamento», spiega Poillucci. «Il set non ha potuto riprendere a giugno per continuità meteorologica e di paesaggio: la natura con la stagione era cambiata, bisognava aspettare che tornassero condizioni invernali». Nonostante l’incertezza gravi sul cinema come su tutti gli altri settori, va dunque registrato il dato positivo: «Tre set aperti, in questo momento difficile, dimostrano la maturità non solo del comparto, ma anche delle troupe e dei professionisti della regione», sottolinea Poillucci. «A marzo si temeva di non poter più tornare su un set: il cinema, per sua natura, non può rispettare il distanziamento e l’uso delle mascherine almeno nel caso degli attori. A prezzo di rinunce da parte di tutta la filiera e pur sapendo che è una corsa a ostacoli, siamo riusciti a trovare un protocollo nazionale per andare avanti, con test periodici molto frequenti su tutta la troupe e in particolare sugli interpreti. Al di là dei singoli casi di positività, come in qualsiasi ambiente di lavoro, il cinema ha dato prova di grande maturità e consapevolezza».

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