Trieste, passeggiata nella memoria seguendo le pietre d’inciampo

Da martedì a partire da piazza Benco itinerari in città per ricordare i deportati

TRIESTE: na passeggiata della memoria, per ricordare le vittime della deportazione nazista attraverso i loro nomi e le loro storie. È la proposta della Comunità ebraica, che organizza un itinerario tra le “pietre d’inciampo” (Stolpersteine) posate in questi ultimi due anni a Trieste: sono una trentina in città e circa 71 mila nel mondo, sparse in quasi tutti i paesi che furono occupati dal regime nazista tedesco, ma anche in Svizzera, in Spagna e in Finlandia.

L’iniziativa è partita da Colonia, nel 1992, ad opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, con l’obiettivo di incorporare nel tessuto urbanistico delle città europee dei piccoli monumenti, targhe d’ottone delle dimensioni di un sampietrino, per ricordare individualmente i cittadini e le cittadine deportati nei campi di sterminio nazista. Le Stolpersteine vengono poste davanti alla porta di casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera. Recano un’incisione con il nome della persona, l’anno di nascita, la data dell’arresto, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Così si vuol restituire un’individualità a quelle persone che l’abominio nazista avrebbe voluto ridurre a semplice numero e creare una memoria diffusa e condivisa. L’espressione “pietra d’inciampo” è mutuata dalla Bibbia e dall’Epistola ai Romani di Paolo di Tarso: l’idea è quella di creare un metaforico “inciampo” per far fermare e riflettere chi le incrocia, anche casualmente, su una storia che ha generato l’orrore di cui sono testimonianza, affinché non si ripeta mai più.

Martedì 30 aprile, ma anche martedì 14 e 21 maggio, con ritrovo alle 17. 30 in Piazza Benco, si potrà partecipare a questa passeggiata nella storia cittadina organizzata dalla Comunità ebraica, parte del calendario d’iniziative “In primavera a Trieste”. Ricordiamo inoltre che al Museo della Comunità ebraica “Carlo e Vera Wagner” fino al 28 giugno rimarrà visitabile la mostra “Basta, qui siamo finiti! ”: 1938 le leggi razziste a Trieste, che ripercorre, attraverso documenti storici in gran parte inediti, il durissimo impatto delle leggi promulgate contro gli ebrei nel 1938 sulla società, la cultura e l’economia della città di Trieste (per gli orari d’apertura e altre informazioni consultare il sito triesteebraica. it). –

 

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