Miramare, tutte le novità: il parco si rinnova tra storia e arte contemporanea
Dal restauro del parco alla mostra "Naturae": un dialogo suggestivo tra passato, natura e creatività moderna

Se continua così il parco del Castello di Miramare, tra i più visitati d’Italia, salirà sempre di più nella qualifica delle top ten. E, a seguire, aumenterà anche il gradimento per la romantica residenza, “nido d’amore costruito invano” – come il Carducci definì il Castello –, che ospitò l’arciduca Massimiliano d’Asburgo e la moglie belga, l’ambiziosa Carlotta, prima della fucilazione di lui in Messico e della conseguente follia di lei.
Una strategia vincente
Risulta infatti vincente la strategia adottata dalla direttrice Andreina Contessa di riqualificare un fastoso passato, coniugandolo all’arte contemporanea più sofisticata. Tema dell’affollata inaugurazione, avvenuta nella Sala del Trono del Castello, in cui Contessa ha presentato, «l’ultimo passo dei lavori di riqualificazione di tutta l’area Nord Ovest del Parco, iniziati nel 2020 interessando il parterre, il laghetto dei cigni, il boschetto dei ciliegi, il bagno ducale, il piazzale dei cannoni, le serre nuove, lo spazio didattico MiraLab per ragazzi e bambini, la creazione dell’Orangerie, il Castelletto e le serre antiche».
Il crocefisso ligneo
L’ultimo step del ciclo d’interventi, tutti finanziati dal Ministero della Cultura, riguarda invece il grande crocefisso ligneo policromo alto circa 4 metri, dedicato a Massimiliano nel 1900, che la tradizione vuole costruito con il legno della “fatal Novara”, la nave su cui l’arciduca viaggiò molto per scopi scientifici e che riportò a Trieste le sue spoglie: un accurato restauro conservativo ha ovviato a uno stato del manufatto molto critico e oggi la scultura è protetta da un serramento in acciaio e vetro, all’interno dei ruderi della Cappella di San Canciano, anch’essi restaurati.
Natura e accessibilità
Ma le sorprese non finiscono qui ed ecco che, passeggiando nella zona Nord Ovest del Parco, oltre a un pannello tattile di orientamento per il visitatore con difficoltà visive, incontriamo uno dei cinque alberi monumentali: un vigoroso Corbezzolo greco del tempo di Massimiliano, isolato in un’area resa inaccessibile per proteggerne le radici. Circondato alla lontana da altre piante di corbezzolo, fa parte del progetto di riconfigurazione botanica del parterre del Castelletto, cui ha fatto da guida – così l’architetto Giorgia Ottaviani – la conservazione dell’esistente con una riproposizione del disegno a terra ottocentesco molto semplificato.
Il gorilla di Rivalta
E non lontano, nel piazzale Massimiliano, ecco un coup de théâtre di notevole effetto e significato: un monumentale gorilla bronzeo di taglio espressionista, alto quasi tre metri, di Davide Rivalta (Bologna, 1974) inaugurata mercoledì, che, in un dialogo interessante con il “Giardino romantico“ di Miramare, rappresenta uno stimolante trait d’union con la raffinata mostra “Naturae. Ambienti di arte contemporanea”, curata da Melania Rossi e dedicata al tema della natura e del suo profondo legame con l’essere umano, nelle ottocentesche Scuderie del Castello fino al 9 novembre.
Arte contemporanea nel parco
Nel Parco il gorilla trova per altro un contrappunto in altri due momenti di arte contemporanea, il nobile cavallo di Mimmo Paladino che guarda il mare e la scritta “Towards You”, uno dei lavori più emblematici del duo artistico Bianco-Valente, lungo sei metri e posto in uno dei punti più suggestivi del belvedere del Parco.
La mostra "Miramare contemporanea"
La mostra, prima tappa del progetto “Miramare contemporanea”, organizzata da MondoMostre e coopCulture in collaborazione con il Museo, propone uno sguardo a volo d’uccello con opere intense e di grandi dimensioni di alcuni dei più significativi artisti dei nostri giorni, da Serse Roma in dialogo con Marina Abramovic, al viennese Hermann Nitsch, performance artist, considerato uno dei massimi esponenti dell’Azionismo viennese, già presente con la sua dirompente forza innovativa nel 1978 al Teatro romano di Trieste; a Jan Fabre con il suo originale racconto per immagini “Tributo al Congo belga”, interpretato attraverso centinaia di ali di scarabeo gioiello montate su legno.
Schifano e tulipani
All’entrata però, chi avesse visto già la mostra, troverà un altro motivo di stupore. Al posto di “L’air de Vesuvio” della scultrice tedesca Rebecca, ecco palesarsi “Notte vista con figure”, intensa esplosione cromatica dipinta nel 1987 da Mario Schifano. Mentre fuori nel Parco, il vento muove le grandi corolle dei tulipani botanici, che rifioriranno anche nelle prossime primavere, in un giardino dotato anche di angolo della spiritualità e di una passeggiata archeologica.
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