Trieste, “Lezioni di storia”: La borghesia in mostra sul Balcone

Tornano le lezioni organizzate da Laterza. Diretta streaming sul sito del Piccolo dalle 11
La fila davanti al Verdi per le lezioni di "La Storia nell'arte"
La fila davanti al Verdi per le lezioni di "La Storia nell'arte"

TRIESTE 1868. La stagione mite permette di affacciarsi al balcone, ma un velo di tristezza avvolge l’uomo e le donne. Le tre persone sono assorte, distanti, perse nei loro pensieri. Sono anche vestite in modo molto diverso: bianchi abiti vaporosi, crinoline e guanti connotano l’abbigliamento delle due giovani; lui, invece, indossa un abito nero, con la camicia bianca che serve a far risaltare la cravatta. Ciò che la lingua della moda ci dice, a chiare lettere, è che ognuno segue differenti strategie dell’apparire. Perché? Cosa significa questa diversità?

Parte dall’emblematico quadro “Il balcone” di Eduard Manet il terzo ciclo delle Lezioni di Storia che, archiviata la Storia di Trieste e la Grande Guerra, verterà quest’anno su “La Storia nell’Arte”, con nove lezioni che proseguiranno da oggi fino al 10 aprile. Il primo appuntamento del ciclo, realizzato dalle Edizioni Laterza in accordo con il Comune di Trieste, la sponsorizzazione e il contributo di AcegasApsAmga e della Fondazione CrTrieste e con la collaborazione del Piccolo, si terrà questa mattina alle 11 nella tradizionale cornice al Teatro Verdi. L’incontro sarà a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Chi non riuscisse a essere presente potrà seguire l’evento in diretta streaming sul sito del Piccolo (www.ilpiccolo.it).

Protagonista dell’incontro, introdotto dalla giornalista del Piccolo, Arianna Boria, sarà Alberto Mario Banti, docente di Storia contemporanea all’Università di Pisa, che, proprio partendo dal “Balcone” di Manet, parlerà del tema “La borgesia in mostra”.

«Nel quadro di Manet l’uomo veste abiti eleganti e funzionali, non tanto diversi da quelli che gli uomini hanno continuato a indossare nei decenni successivi, fino a oggi: pantaloni, camicia, giacca e cravatta. Le donne, invece, hanno dei vestiti splendidi, tanto belli quanto relativamente scomodi. A cosa si può attribuire questa differenza? Alla divaricazione di ruoli che connota il mondo della borghesia ottocentesca. Gli uomini hanno bisogno di vivere fuori dalla casa: nel luogo di lavoro, per le strade delle città, nelle sale dei club. Alle donne delle classi medio-alte spettano invece ruoli completamente diversi: stare a casa, occuparsi della gestione della servitù, dell’educazione di figli e figlie. Non hanno bisogno di abiti particolarmente pratici».

Il prossimo appuntamento con “La Storia nell’Arte” è per domenica 24 gennaio, sempre alle 11: Maria Giuseppina Muzzarelli prenderà spunto da Adamo, Eva e la “serpenta” del Giudizio Universale di Buonarroti per parlare del “Controllo delle donne” nell’antichità.

Riproduzione riservata © Il Piccolo