“Trieste in ogni cuore”: quel 1954 storico anche per il Piccolo

Nel sessantesimo anniversario di questa data storica per la città, Rai Storia produce il documentario di Massimo Sangermano. Sarà proiettato stasera alle 19 al Miela. Ingresso libero

Il 26 ottobre 1954, dopo nove anni di occupazione da parte delle truppe alleate, Trieste torna a far parte dell’Italia. Nel sessantesimo anniversario di questa data storica per la città, Rai Storia produce il documentario “Trieste in ogni cuore” di Massimo Sangermano. Scritto con Eugenio Farioli Vecchioli, nasce dall’utilizzo di materiale - molto del quale inedito - della Cineteca della presidenza dei Consiglio dei ministri e dagli archivi Rai, assieme a quanto girato da Sangermano nella Trieste dei giorni nostri. Il documentario sarà proiettato questa sera, alle 19, al Miela e l’ingresso è libero.

Sangermano qui racconta appunto quel giorno del 1954, quando le truppe italiane fecero il loro ingresso in città acclamate da una folla festante. Con gli accordi siglati a Londra, la Zona A veniva infatti restituita all’Italia e la B affidata alla Jugoslavia. Nel documentario non mancano gli interventi a impreziosire la ricostruzione di quel periodo: c’è, ad esempio, lo storico Roberto Spazzali che parla della storia di Trieste dalla Prima guerra mondiale fino al secondo Dopoguerra, una storia - tra l’altro - che si intreccia con quella del Piccolo, il cui nome negli anni di governo alleato viene mutato in Giornale di Trieste. Ed è proprio il vicedirettore, Alberto Bollis che ricorda come, il 26 ottobre 1954, il giornale tornò a chiamarsi Il Piccolo. Memorabile, ancora oggi, a sessant’anni da quel giorno, lo strillo del quotidiano di quel giorno: “L’Italia in ogni cuore”. Il documentario è anche un puzzle di testimonianze storiche e istituzionali, come quelle del fotografo Ugo Borsatti (testimone con il proprio obiettivo dei sentimenti di un giorno indimenticabile), e del sindaco Roberto Cosolini che afferma: «Il ricongiungimento di Trieste all’Italia segna per la prima volta l’incontro della città con la democrazia». E poi, altri interventi in scaletta: come quello dello storico Piero Purini, o del docente di letteratura inglese Renzo Crivelli.

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