Trieste, il Gambrinus ricorda la grande Napoli blues di Pino Daniele

A 40 anni dall'uscita del suo primo album, "Terra mia", Trieste rievoca il cantautore scomparso nel  2015 venerdì alla Casa della Musica (17.30). Appuntamento a cura dell'Associazione "Amici del Caffè Gambrinus"
Concerto Umbria Jazz Pino Daniele Arena Santa Giuliana
Concerto Umbria Jazz Pino Daniele Arena Santa Giuliana
Il colori del suo blues riadattato ma intenso, la forza dei testi ma soprattutto i temi del controverso rapporto con Napoli e con lo stesso intero ambiente musicale. A quarant'anni dall'uscita del suo primo album, dal titolo "Terra mia", Trieste rievoca l'arte e la personalità di Pino Daniele, il cantautore napoletano scomparso nel gennaio del 2015, a cui è dedicato il tributo in programma domani alla Casa della Musica di via dei Capitelli 13 (17.30 ingresso libero) appuntamento a cura dell'Associazione Culturale "Amici del Caffè Gambrinus". L'incontro, ideato e condotto dal vicepresidente Maria Stella Malafronte, ospita il critico musicale Carlo Muscatello, giornalista che dalle pagine de Il Piccolo e dai microfoni della Rai regionale, ha avuto più volte modo di intervistare Pino Daniele, raccogliendone spunti e riflessioni legati non solo alla sterminata produzione discografica o alla personale visione musicale, quella disegnata sin dai primi anni '70 tra il respiro della melodia partenopea e i processi "fusion" offerti soprattutto dagli stilemi blues: «Con Pino Daniele raccontiamo la Napoli musicale del decennio d'oro dei '70 - sottolinea Muscatello - una terra fecondissima che grazie a "Pinotto" (così veniva chiamato da colleghi e amici) stava uscendo dagli stereotipi e dalla melassa del passato per aprirsi alla grande congèrie che poi avremmo conosciuto e apprezzato, e nella quale il rock e il blues flirtavano con i suoni provenienti dall'Africa e dall'Oriente. Senza mai dimenticare le tradizioni e le radici melodiche di quella terra». L'album che offre il pretesto per la disamina sociale e per il tributo all'artista, esce nel 1977 e regala subito le tracce emblematiche della ricerca di Pino Daniele, fresco reduce dall'esperienza in veste di bassista all'interno di "Napoli Centrale", la band guidata dal sassofonista James Senese e dedita a congetture più marcatamente jazz, magari variegate da robusti richiami rock e accenni alle chiavi Progressive in auge all'epoca. L'album di Pino Daniele non contiene nulla di tutto questo ma sforna le prime gemme destinate a diventare storiche, tra cui "Napule è", brano culto e sorta di manifesto esistenziale in musica dedicato ad una città colorata ma afflitta, sospesa tra disicanto, arte e rassegnazione. Spunti poi dipanati da Pino Daniele nel corso della sua carriera e che nell'incontro di domani alla "Casa della Musica" forniranno ulteriori tracce all'omaggio voluto dall'Associazione "Amici del Caffè Gambrinus" nell'ambito delle proposte votate all'abbraccio culturale tra il Sud e il Friuli Venezia Giulia.


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