Bolzoni e Turano al Miela di Trieste spiegano la mafia fra ieri e oggi

Tutti gli ospiti della due giorni organizzata da “Pequod. Itinerari di letteratura e giornalismo” in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Margherita Reguitti
L'attentato a Piersanti Mattarella
L'attentato a Piersanti Mattarella

«Chi oggi definisce l’omicidio di Piersanti Mattarella mafioso sbaglia; fu un assassinio soprattutto politico». Lo afferma senza dubbi Attilio Bolzoni, giornalista e scrittore, esperto di criminalità organizzata, editorialista del quotidiano Domani che sarà fra gli ospiti della due giorni (oggi e domani) organizzata da “Pequod. Itinerari di letteratura e giornalismo” al Teatro Miela di Trieste in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. I lavori iniziano oggi, 19 marzo, alle 18 e saranno centrati su “A che punto è la mafia”.

Ospite lo scrittore e giornalista de l’Espresso Gianfrancesco Turano che, in dialogo con il presidente di Teatro Miela/Bonawentura Enzo D’Antona, tratterà il tema “Gli invisibili del Nord”, le insidiose infiltrazioni delle cosche nel mondo imprenditoriale e finanziario fuori dai territori di influenza della mafia. Turano segue per il suo giornale i nuovi itinerari della criminalità organizzata dei grandi capitali, connotata da tentacoli più “morbidi” rispetto a quelli delle estorsioni e degli omicidi, ma non meno micidiali all’economia e alla vita del Paese.

“I tragediatori”, sarà l’argomento della seconda parte della serata con protagonisti Bolzoni sul palco con l’attore Marco Gambino e D’Antona per un dibattito multimediale, ispirato all’omonimo podcast di produzione Fandango, realizzato da Bolzoni insieme a Giulia Lecce.

Chi sono i tragediatori? «Sono la mafia prima della scoperta della mafia, prima del maxi processo – esordisce Bolzoni -. Sono Leonardo Leuccio Vitale e Giuseppe Di Cristina che vuotano il sacco ma non vengono creduti né dalla mafia né dallo Stato. Solo molti anni dopo la loro uccisione si scoprirà che erano attendibili. Questo accadde perché la magistratura e gli organi dello Stato erano nella migliore delle ipotesi impreparati, nella peggiore le loro rivelazioni furono insabbiate. Vitale venne giudicato dai giudici di Palermo pazzo e recluso in un manicomio criminale. Solo Totò Riina sapeva che diceva la verità e quando uscì dalla detenzione lo fece uccidere». Giovedì 20 alle 17.30, sarà proiettato il film “Magma Mattarella: il delitto perfetto”, presentato da Bolzoni e dalla regista Giorgia Furlan, prodotto da “42° Parallelo”.

«La mattina del 6 gennaio 1980 io c’ero sul luogo dell’agguato mortale a Piersanti Mattarella”– ricorda Bolzoni -. Quando il corpo del presidente della Regione fu portato via in un angolo c’erano il fratello Sergio e il sostituto procuratore del tempo Pietro Grasso. Quarant’anni dopo si saprà che in un metro quadrato c’erano la prima e seconda carica dello Stato. Un delitto più italiano e americano che siciliano. Mattarella era il delfino di Aldo Moro e, raccogliendone il testimone, avrebbe aperto al Pci al governo, un cambiamento intollerabile in Italia. Grottesche sono le ipotesi che lo riducono a omicidio di cupola mafiosa. Falcone era convinto che vi fossero delle convergenze fra criminali, poteri neri ed apparati nel delitto Mattarella. Su questo stava indagando».

A 45 anni dall’omicidio restato impunito il film racconta le storie di uomini della Democrazia Cristiana che negli anni ’70 avevano intravisto la possibilità di un cambiamento politico. Una catena di sangue, da Aldo Moro a Vittorio Bachelet e Michele Reina, dal delitto di Palermo alla strage della stazione di Bologna. Il film ripercorre i fatti che avvenuti tra il 1978 ed il 1980, rileggendoli da un nuovo punto di vista. Di mafia per Bolzoni si parla troppo poco. Oggi non spara e dunque non rappresenta un problema di sicurezza e ordine pubblico. Ma è sempre più attiva, non solo in Sicilia dove ha radici, ma in Italia, in Europa e nel mondo. Parlarne da Trieste, altro capo dell’Italia, è interessante e utile. —

Riproduzione riservata © Il Piccolo