Tra i cristiani d’Oriente con “Nostalghia”

TRIESTE. «Ma i Cristiani in Medio Oriente sono veramente perseguitati?». È la notte del Capodanno 2010-2011. Davanti alla Chiesa dei Santi di Alessandria d'Egitto, di confessione copta, scoppia un'autobomba. In quella tragica circostanza la fotogiornalista Linda Dorigo, d'origine friulana ma triestina d'adozione, e il giornalista toscano Andrea Milluzzi si pongono questa domanda e discutono delle varie "minoranze" religiose del Medio Oriente, spesso oggetto di violenza: da qui inizia il loro viaggio alla scoperta delle condizioni odierne di tali realtà, in particolare di quella cristiana.
Dal 2011 al 2014, in due anni, due mesi e dieci giorni di pellegrinaggio in Iraq, Iran, Libano, Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Siria e Turchia, tanti sono i taccuini riempiti e le foto scattate. E da questo progetto, intitolato "Rifugio", che diverrà un libro, nasce la mostra fotografica "Nostalghia. Viaggio tra i Cristiani d'Oriente", che s'inaugura domani (martedì 24) alle 18.30 a Palazzo Costanzi. Trieste d'altro canto, «prima vera porta verso l'Est», con le sue nove confessioni religiose e le numerose comunità, rappresenta la sede naturale per l'iniziativa.
Trentadue stampe di Dorigo ai sali d'argento in bianco e nero con i testi di Milluzzi, testimonieranno le scoperte, le sensazioni, le emozioni, i dubbi dei due giornalisti, che hanno vissuto a contatto con quelle genti, dormendo nelle loro case «per cercare di raccontare nella maniera più veritiera - afferma la fotografa - la loro condizione, le paure, la bellezza della loro vita e dei luoghi che abitano, le piccole cose che fanno sì che, nonostante le difficoltà, le comunità millenarie rimangano, seppure in numero limitato, nei luoghi che le hanno viste nascere».
Una dichiarazione d'amore per il Medio Oriente, ecco cos'è per l'autrice il progetto, perché l'obiettivo non è solo testimoniare i soprusi subiti da queste terre, ma anche i suoi luoghi più nascosti, immersi in un silenzio assordante, dove la pace rimarrà forse per sempre nell'oblio.
Nelle immagini umanissime e icastiche di Linda Dorigo ritroviamo però anche la vita tranquilla dei cristiani, come in Libano, dove coabitano diciotto confessioni religiose, dove si può credere o no, pregare oppure no: un paese rifugio di cristiani, curdi, palestinesi e altri, che ha un sistema politico basato sulle confessioni religiose, in cui sunniti, sciiti e cristiani si dividono le principali cariche istituzionali.
Il fil rouge che sottende tutte le immagini è sicuramente la nostalgia (dal greco "il dolore del ritorno") di un passato antico, in cui si viveva quasi sempre in pace e la religione principale era il Cristianesimo, che nacque ed ebbe enorme sviluppo nell'area mediorientale; è pure la nostalgia di chi appartiene alla diaspora, percepita non solo come abbandono, ma anche «un po' come la saudade portoghese», o quella correlata alla paura di perdere la propria identità, in una condizione in cui o fuggi o resti per mantenerla viva.
In mostra si scorge un piccolissimo bambino nell'immensità delle rovine di Ani, antica capitale della Turchia. Linda non sa da dove sia sbucato, sicuramente è uno di quei momenti di grande poesia, tenerezza e delicatezza, come li definisce lei, «un'apparizione divina»: un dono che i due giornalisti e noi stessi riceviamo da quelle genti.
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