Torna alla luce il teatro di Aquileia

AQUILEIA. Aquileia continua a riservare sorprese agli archeologi. Anche se l’ultima scoperta in realtà più che una sorpresa è una conferma. Un tratto di muro curvilineo, dal quale si dirama una serie di strutture radiali secondo il caratteristico impianto di molti edifici di spettacolo di età romana, è infatti il risultato del lavoro di scavo che quest'anno il Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova ha condotto nell'area demaniale tra il Foro e le Grandi Terme di Aquileia. Obiettivo era la verifica diretta sul terreno dell'ipotesi, avanzata da Luisa Bertacchi (1924-2011, vera vestale dell'archeologia aquileiese, a lungo direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia), secondo la quale in quel luogo si sarebbero trovati i resti dell'antico teatro cittadino. E così è stato: l’intuizione di Luisa Bertacchi, che nel 2003 aveva pubblicato “La Nuova pianta archeologica di Aquileia” dove risulta già inserita anche la pianta ipotetica del teatro, è stata avvalorata dai ritrovamenti avvenuti.
La campagna di scavi, iniziata a maggio e appena terminata, si è svolta in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, sotto la guida del funzionario archeologo Marta Novello. Alle indagini hanno partecipato un gruppo di studenti, specializzandi e dottori di ricerca in Archeologia guidati da Andrea Raffaele Ghiotto, con il contributo della Fondazione Aquileia. Gli scavi, che hanno messo in luce una “porzione significativa” di quello che potrebbe essere uno dei più importanti edifici pubblici dell’antica città, proseguiranno nel 2016 con nuove campagne.
«Gli indizi raccolti da Luisa Bertacchi sull’esistenza in quell’area del teatro erano tanti - spiega Andrea Raffaele Ghiotto -, evidenze erano visibili anche dalle foto satellitari; abbiamo effettuato due sondaggi in due punti diversi di un unico cantiere, e le strutture che abbiamo trovato confermano l’esistenza di un edificio per gli spettacoli». Presto per dire quanto fosse grande il teatro, afferma ancora Ghiotto, né quale sia la sua età, «anche se è molto probabile che risalga agli inizi dell’età imperiale». Ad Aquileia c’erano anche un anfiteatro e un circo, ma l’esistenza del teatro «è comunque una scoperta molto importante». Con la ripresa degli scavi l’Università di Padova dovrà concordare con la Soprintendenza «una forma di valorizzazione del nuovo sito». Non è detto che la struttura torni completamente alla luce, spiega ancora il responsabile dello scavo, ma senz’altro una parte sarà valorizzata.
Fondata nel 181 a.C. dai triumviri romani Lucio Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio mandati dal Senato a sbarrare la strada ai barbari, Aquileia dapprima crebbe come base militare per le campagne contro gli Istri, e contro vari popoli, fra cui i Carni e poi per l'espansione romana verso il Danubio. Fin dalla tarda età repubblicana e durante quasi tutta l'epoca imperiale la città fu uno dei grandi centri nevralgici dell'Impero Romano. Decisamente vivace fu la vita artistica, alimentata dalla ricchezza dei committenti e dall'intensità dei traffici e dei contatti. Il teatro ora ritrovato ne è la testimonianza diretta.
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