Toni Zanussi reinventa gli ultimi di padre Turoldo

Apre oggi una mostra dell’artista al “Verdi” di Pordenone a cento anni dalla nascita del sacerdote e poeta
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È un omaggio a padre David Maria Turoldo - collocato all'interno delle iniziative che in tutto il Friuli Venezia Giulia ne celebrano il centenario - e contemporaneamente all'arte di Toni Zanussi, la mostra "Dipingo le sue parole" che viene inaugurata oggi, alle 17, nel Teatro Verdi di Pordenone.

Con questa esposizione - che comprende una trentina di quadri realizzati con tecnica mista e alcune installazioni in legno e carta - il pittore friulano Toni Zanussi festeggia 40 anni di ininterrotta attività artistica in Italia e all'estero, recentemente celebrati anche dalle esposizioni a Lubiana (all'Istituto italiano di cultura) e Trento (a palazzo Trentini). Zanussi porta per la prima volta in un teatro la sua arte, sempre declinata con rigore ed eleganza e allo stesso tempo capace di trasmettere il suo impegno civile, il riscatto per gli umili della Terra. Gli ultimi, come direbbe padre David Maria Turoldo, che Zanussi ha avuto il privilegio di conoscere

Nel settembre del 1979 Turoldo scrisse, infatti, un personale messaggio augurale una mostra del giovane amico artista. I due si erano conosciuti nel 1978 nel chiostro delle Grazie a Udine e di fatto iniziarono un lungo scambio di messaggi e di condivisioni. «Pittura che illumina - così sottolineava Turoldo - e ti aiuta a guardare nel caos delle forme, nel fitto buio dell'esistenza, alla ricerca di segni di salvezza».

L'arte per Toni Zanussi è soprattutto linguaggio e metodologia per esprimere il suo impegno civile e non a caso l'opera che forse riassume in modo più completo la ricerca di Zanussi è la Tenda per la pace che l'Università di Udine ospita già da alcuni anni negli spazi del campus scientifico dei Rizzi.

«Per trovare il legame tra il verbo di Turoldo e il colore di Zanussi - evidenzia Dino Durigatto, curatore del catalogo, che contiene anche un profilo critico artistico del noto critico d'arte Duccio Trombadori e un contributo di monsignor Nicolino Borgo - forse dobbiamo pensare a un attento studioso impegnato a riflettere, dopo la lettura di frasi importanti. Sente il bisogno di rileggerle, per questo sottolinea, evidenzia, colora quelle parole, quelle righe e quelle frasi che sente sue. Ecco, la forza del verbo viene evidenziata dalla forza buona del colore con l'obiettivo di far riflettere e capire. Proprio qui nel teatro, prima di entrare o andare in scena, dove la parola diventa azione, dove la luce la rende eterna, dove lo spirito indaga il profondo per scoprire la bellezza e la ragione»

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