Toni Bruna riappare nei “Keope” nuovo cd col tedesco Rossknecht

Ma che fine ha fatto Toni Bruna? Molti si sono interrogati sul lungo silenzio del cantautore triestino che dopo il folgorante debutto discografico "Formigole" e il tour che aveva fatto apprezzare il suo folk immaginario abbinato ai testi in dialetto triestino in Italia e anche all'estero (un ultimo concerto in città a dicembre 2013 nella Basilica di San Silvestro) sembrava scomparso. Dopo sei anni, solo negli ultimi mesi Toni Bruna è tornato a esibirsi dal vivo (a volte in concerti privati come è successo a New York o in Slovenia), e finalmente ad agosto in una affollata terrazza del Revoltella: chi non è rimasto fuori per il sold out, ha potuto risentire vecchie perle come "Baiamonti" o "Pai della luce" e tanti inediti come la bellissima "Ombre Cinesi" che finiranno nel secondo album di cui si attende l'uscita.
Ma in questi anni di stop dell'attività cantautorale il misterioso artista triestino che si cela dietro lo pseudonimo Toni Bruna, è comparso in altri progetti: si nota la sua firma sulla colonna sonora del film "La terra dell'abbastanza" di Fabio e Damiano D'Innocenzo, presentato al festival di Berlino nel 2018. E soprattutto è stato impegnato con successo nei Keope di cui ieri è uscito il secondo disco "Triangulo", otto brani anticipati dai singoli "Bang Loose", "Yenkl", "The Canary Inukh" per l'etichetta berlinese Bigamo di Frank Wiedemann. Il progetto comincia nel 2015, quando Toni Bruna e il tedesco Marcus Rossknecht (che si erano già conosciuti nel 2005 a Santiago del Cile, Marcus avrebbe poi masterizzato "Formigole") si ritrovano a Trieste. Con il nome Keope registrano il primo album "Tropicalni", in una cava abbandonata al confine con la Slovenia: esce nel 2017, con nove tracce dal folk al balearic, dalla psichedelia all'elettronica o all'afrobeat ("Come andare in Africa senza uscir di casa"), chitarre acustiche, sciamanesimo sudamericano, ritmi che richiamano antiche danze rituali, tanta improvvisazione e un'efficace interazione tra strumenti acustici ed elettrici.
Il duo decide di uscire da qualunque incasellamento di genere e anche dalle costrizioni di un tradizionale studio di registrazione, per questo si avvalgono di uno studio mobile che permette di lavorare anche all'aperto, catturando i rumori della natura: «Così il nostro suono diventa più aperto, puro e organico - dicono -. Siamo molto attenti alla scelta dei luoghi in cui creare e registrare, perché pensiamo influenzino il processo creativo stesso». Nel 2017 è uscito l'ep "Saltamonte", dal vivo Keope si sono esibiti a Berlino, Londra, Barcellona, Oslo, Marrakesh, in Messico… spesso i concerti si tengono non sul palco ma in mezzo alla gente che balla e partecipa con molto calore. "Triangulo" ha tratto ispirazione proprio da un viaggio in Messico del duo a fine 2018, dove uno scenario di foreste e alberi imponenti ha creato suggestioni finite in brani come "Yenkl" e "Bang Loose". Al disco ha partecipato anche il polistrumentista Alessandro Martini, già nella band di Toni Bruna ai tempi di "Formigole". «La musica è lavorare con l'aria - spiega Toni - con qualcosa che è qui quando la stai facendo ma quando hai finito, è andata. Keope è un esperimento dove il pensiero non lineare è applicato alla musica». «Ogni volta che suoniamo - concludono - improvvisiamo, prendendoci il rischio di sbagliare, ma lo consideriamo un atto di onestà e impegno nei confronti del pubblico. D'altra parte, come diceva Bukowski "fare una cosa pericolosa con stile è ciò che definisco arte"». —
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