Tiziana Ferrario: «Uomini giocate senza falli rompiamo insieme il fronte del maschilismo»

La giornalista, nel suo ultimo libro, propone un’alleanza tra i sessi per scardinare vecchi modelli patriarcali

TRIESTE. Un mondo fatto da uomini per altri uomini. Lo ha denunciato ieri a Link Festival Tiziana Ferrario, ex inviata Rai e conduttrice del Tg1, già autrice di ‘Orgoglio e pregiudizi. Le donne al tempo di Trump’. Due esempi: nei crash test le case automobilistiche usano manichini tarati sull’altezza e il peso di un uomo, come se la sicurezza delle donne non fosse presa in considerazione; l’aria condizionata degli uffici ha una temperatura che tiene conto del comfort di un uomo che indossa la giacca.

Le donne? Possono prendersi un raffreddore. Con il suo ‘Uomini, è tempo di giocare senza falli’ (Chiarelettere, pagg. 252, euro 16) che ha presentato alla Fincantieri Newsroom di piazza Unità, descrive un universo in mano ai maschi e alla loro visione patriarcale dei rapporti tra i sessi.

Il solito libro femminista scritto da una donna per altre donne?

«Non direi. Lo spirito del libro - spiega Ferrario - è proprio raccontare come gli uomini sono andati avanti. Ogni giorno gli uomini mettono ostacoli sulle passioni e sui desideri delle donne, ma con questo libro ho voluto far parlare anche gli uomini che non sono così e rompere il fronte. Il mondo maschile è in evoluzione. Ci sono uomini che hanno girato le spalle al mondo patriarcale anche in un paese come l’Italia, che non brilla per la parità tra i sessi. Spesso sono i giovani ad essere più sensibili su questo tema perché hanno condiviso di più delle responsabilità all’interno della famiglia. Ma c’è ancora tanto da fare, altrimenti non avremmo ancora tutti questi femminicidi e difficoltà a rapportarsi con l’altro sesso».

Lei punta il dito contro la tv e certe trasmissioni. Non risparmia le accuse a personaggi come Amadeus e Antonio Ricci.

«La Tv è molto maschilista. Propone una immagine abbastanza diversa da quella che è la realtà del paese. Chi fa informazione o intrattenimento ha delle responsabilità perché trasmette modelli di comportamento. Nel libro scrivo delle lettere a conduttori, conduttrici e autori. Avete un potere enorme di far cambiare i comportamenti, gli dico, ma spesso portate sullo schermo donne che sono tappezzerie o figure di secondo piano rispetto a figure maschili competenti».

Anche la gestione della pandemia secondo lei è stata maschilista.

«All’inizio sicuramente, la parola era data solo agli uomini. Poi si è cercato di riequilibrare la rappresentanza delle competenze. Il fatto è che le donne sono capaci di cogliere un punto di vista diverso: bisogna capire che rinunciare a una parte del nostro paese per una mentalità vecchia non conviene a nessuno».

Veniamo alla politica, qui lo spazio per le donne è risicato.

«La politica è trasversalmente maschilista, tranne rare eccezioni come la Meloni.

Che è leader di un partito di destra. Non è strano?

«La destra dà sicuramente più visibilità alle donne, ma bisogna vedere quali sono le idee che propone, il modello che sostiene, che nel caso della destra è quello della famiglia tradizionale, con la donna che se ne sta a casa».

E la sinistra?

«Appare come una compagnia di uomini spesso litigiosi e narcisi. Non mi pare che renda le donne protagoniste più di tanto».

Chi salvare?

«Renzi è stato l’unico che ha fatto un governo con molte donne e in questo governo le caselle del suo partito le ha riservate a due donne, Bellanova e Bonetti. Poi ha detto che con Italia viva avrebbe fatto il primo partito femminista europeo. Ci spiegherà meglio che cosa vuole fare, ma non direi che non dà spazio alle donne».

Parliamo del titolo del libro. Beppe Severgnini lo ha accusato di essere troppo goliardico e pensa che sia stato scelto da un uomo.

«Invece l’ho scelto proprio io. Agli uomini piace il calcio e io ho giocato con una metafora calcistica per dire che bisogna dire basta alle scorrettezze. Chi pensa a un doppio senso è proprio perché ha una visione maschilista».

Lei conclude il libro proponendo un’alleanza tra uomini e donne.

«La battaglia per i diritti riguarda tutti. Quando anche un uomo considererà la violazione di un suo diritto il diritto violato di una donna allora, vorrà dire che avremo raggiunto un traguardo». 
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo