Thompson e Abbey Town Orchestra: sabato al via il Muggia Jazz festival

Al teatro Verdi lo storico sax di Zucchero incontra la formazione di artisti veneti: «Sugar e io abbiamo cenato con Pavarotti ed è stato lui a servirmi: incredibile»

MUGGIA Una big band che ha collaborato con la voce degli Spandau Ballet e un sassofonista d’eccezione. È l’offerta (a ingresso libero) della prima serata del Muggia Jazz Festival. Promossa da associazione B. B. C. in collaborazione con Comune e il sostegno di Samer & Co. Shipping, la rassegna rientra negli eventi del centenario dell’agenzia marittima.

Sabato 7 settembre al teatro Verdi dalle 21 è attesa l’Abbey Town Jazz Orchestra, formazione che riunisce 22 musicisti di tutto il Triveneto e vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti italiani, alla quale si unirà per l’occasione lo storico sax di Zucchero che ha suonato anche con Paolo Conte, Stadio e Spagna.

«Sono particolarmente affezionato al festival – conferma James Thompson –: ho partecipato a varie edizioni grazie al grande cuore di Dario Samer che ha deciso di sostenerlo. È sempre un piacere suonare con il suo direttore artistico, con cui mi esibisco in duo ormai da un quarto di secolo: abbiamo percorso tanti chilometri con il suo camper, come musicisti d’altri tempi, per andare a suonare fino in Belgio e Olanda. Con Stefano Franco eseguiremo classici soul, boogie e jazz».

Zucchero lo presenta sempre come Mr. Thompson da Cleveland. «Ma – ride – preferirei dicesse da Los Angeles, dove mi sono trasferito da piccolo e ho assistito a un sacco di concerti (da Frank Zappa a Jimi Hendrix a Miles Davis) che mi hanno influenzato musicalmente. Poi nei primi anni ’80 sono arrivato a Bologna e anche qui ho visto dei grandi jazzisti, infilandomi dietro le quinte: pochi parlavano inglese ed erano felici di vedere un connazionale».

«Con Zucchero – prosegue il musicista Usa – ho avuto la fortuna di partecipare al tour di “Blues” dell’87: era un disco rivoluzionario, quello che lo ha lanciato. Mischiava R&B e pop italiano, mai fatto prima. Ricordo l’elettricità prima dei concerti. Non vedo l’ora di tornare a suonare con lui. Sugar – rivela – mi ha portato in tutto mondo e fatto conoscere grandi artisti: una volta siamo stati a cena da Pavarotti ed è stato lui stesso a servirmi: incredibile».

In due decenni di attività l’Abbey Town Jazz Orchestra ha accumulato grandissime collaborazioni. «Maceo Parker – ricorda il trombonista Matteo Morassut – è un sogno realizzato. Tony Hadley, oltre a essere un grande cantante e un serio professionista, è una persona semplice e di gran cuore. A Sesto al Reghena, dopo le prove, non ha voluto cenare al ristorante prenotato per lui, ma ha preferito restare a mangiare pizza al trancio sotto il tendone con i musicisti; il giorno dopo, ha chiesto un passaggio su un furgone». «L’aver potuto accompagnare due volte Renzo Arbore grazie al Summer Jamboree – prosegue – è stata un’emozione indescrivibile. Ci ha messi subito a nostro agio, mostrando grande rispetto per tutti i musicisti. Una persona divertente, ironica e molto semplice».

L’aver riarrangiato i brani dei Tre Allegri ragazzi Morti in versione swing è stata una sfida. «Una tra le esperienze più coinvolgenti della nostra storia. Con Frankie Hi-Nrg poi abbiamo sconfinato nel rap, altra tessera che mancava nel mosaico. E abbiamo in cantiere nuove registrazioni che – conclude – usciranno probabilmente su vinile». –
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo