“The community”, ritratto dei serbi a Trieste nel film di Alessio Bozzer - Il trailer

TRIESTE Il documentario “The community-Ordinary serbian life in Trieste” (Italia, 2018, 62') di Alessio Bozzer (già regista di “Trieste, Yugoslavia”) è stato presentato in anteprima al cinema Ariston. La serata è stata organizzata dalla Cappella Underground in collaborazione con Alpe Adria Cinema; l’incontro con l’autore è stato moderato da Nicoletta Romeo (co-direttore del Trieste Film Festival). Il film, realizzato con il contributo del Fondo Audiovisivo Fvg e di Fvg Film Commission, è prodotto da Videoest.
La comunità serbo-ortodossa è la più antica e la più numerosa di Trieste. Ed è anche quella che meglio si è insediata e che oggi meglio convive nel tessuto sociale. Una comunità nata e cresciuta quando i triestini e i serbi (allora illirici) erano concittadini dello stesso impero. Il film vuole descrivere questo intreccio, vuole raccontare la vita e le storie di questi serbi-triestini. Le immagini seguono la vita e le attività di tutti i giorni di alcune persone, serbi immigrati, o figli di serbi nati a Trieste, coppie miste, più o meno giovani.
La telecamera li mostra nelle attività sportive, nel lavoro, nella famiglia. Viene raccontata la loro quotidianità, cercando di descrivere l’intreccio delle tradizioni e abitudini serbe con quelle della loro nuova cultura, quella italiana-triestina. In un momento in cui la necessità d’integrazione tra popoli diversi viene presentata come un drammatico problema in tutti i Paesi europei, il film vuole descrivere un esempio concreto di integrazione riuscita, seppur con le difficoltà e le differenze che possono nascere tra due entità differenti.
Dopo aver realizzato nel 2017 il documentario “Trieste, Yugoslavia”, Alessio Bozzer torna a occuparsi di tematiche che legano Trieste ai vicini Paesi balcanici. «I triestini sono da sempre un po’ balcanici», dichiara il regista. «Nonostante il sentimento di razzismo di una parte della popolazione, il triestino è uomo di confine, è nato dal mescolarsi di popoli e lingue. La sua cucina non ha piatti “tipicamente” italiani. Le sue specialità di pesce derivano da Venezia e dalla tradizione costiera dalmata mentre i piatti di carne arrivano direttamente dalle ricette della cultura austro-ungarica e balcanica. Il gulash è piatto tipico triestino e di tutta l’Ungheria.
I cevapcici si mangiano, nelle diverse declinazioni del tipo di carne usata, in Bosnia, Serbia, Croazia, Slovenia e a Trieste. Per una città del genere è quindi di grande importanza conoscere tutte le sfaccettature della propria identità, anche quelle create dagli altri».Il Natale serbo-ortodosso a San Spiridione con padre Raško Radović, la colonna della comunità
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