Il Rossetti di Trieste, 70 anni dal vivo
Il 22 dicembre 1954 il primo spettacolo: “Una donna di garbo” di Carlo Goldoni. Presentato il volume sulla storia dello Stabile del Fvg curato da Paolo Quazzolo
Raccontare 70 anni di un teatro come il Rossetti è come raccontare un pezzo di storia condivisa. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è uno dei salotti buoni della città in cui si vivono emozioni e in cui si fa la storia del teatro che è da sempre legata anche a quella dell’umanità. E la si fa bene, con passione e con grande impegno. Per narrare questo percorso straordinario che ha visto da subito il Rossetti tra i primi in Italia anche per la sua stessa fondazione, è stato pubblicato “Dal vivo. I settant’anni del Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”, un volume edito da Electa (481 pagine, 60 euro), curato da Paolo Quazzolo che sarà disponibile nello stesso teatro ma anche, da metà gennaio, nelle librerie e in alcuni luoghi di grande rilievo culturale in tutta Italia.
La presentazione del volume si è tenuta in una affollatissima conferenza stampa, moderata da Pietro Spirito, a cui hanno preso parte anche Roberto Morelli che ha firmato l’introduzione, molte personalità del mondo teatrale cittadino, alcuni ex direttori o ex presidenti dello stesso Stabile e gli attori, i tecnici e lo staff. Assente, perché in prova per una regia di un’opera a Verona, il direttore Paolo Valerio.
Il presidente Francesco Granbassi ha spiegato come il Rossetti sia come i settantenni di oggi: giovanili e in perfetta forma, sottolineando come da ormai sei anni i suoi bilanci siano in attivo. Per il vicesindaco, che detiene la delega ai teatri, Serena Tonel il 1954 è stato un anno importante per la città in cui, superato il periodo bellico, si è ripreso a respirare. Dopo 70 anni questo Teatro è diventato un punto di riferimento internazionale forte di un pubblico preparato ed esigente. “Il Rossetti è nel cuore della città”, ha affermato.
Per Morelli questo stabile è in controtendenza rispetto agli altri, perché riesce a essere esaurito in un periodo in cui molti altri teatri fanno fatica, si sostiene per due terzi con risorse ottenute dai biglietti, è frequentato anche dai giovani, confermandosi un’istituzione in cui la città si riconosce.
Sono sei i direttori che hanno guidato lo Stabile Regionale, da Sergio D’Osmo, che mantenne l’incarico per quasi 35 anni a Furio Bordon che aprì la programmazione a generi diversi. Mimma Gallina fu la prima donna alla guida di un teatro stabile italiano, Antonio Calenda, che nel ventennio alla direzione ne potenziò l’apertura a generi sempre più innovativi interpretando al massimo la dicitura “Politeama”, seguito da Franco Però cui è spettato il difficile compito di affrontare i primi momenti dell’emergenza covid all’attuale, Paolo Valerio, che con la sua direzione illuminata propone una programmazione sempre più vasta che ha saputo uscire dalle sale, abbracciando la città intera.
Sono loro le introduzioni alle schede di approfondimento di oltre 50 spettacoli di produzione che hanno veicolato l’unicità di una città e una regione, come il Friuli Venezia Giulia, in tutta Italia, come sta facendo, proprio in questi giorni “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, con Alessandro Haber e la regia di Paolo Valerio, applaudita nei maggiori teatri italiani per il secondo anno consecutivo e con una terza stagione che si sta delineando.
Nel volume sono racchiusi tutti i 650 spettacoli prodotti a cui si sommano circa 2500 eventi ospitati tra concerti, spettacoli di danza, operette, commedie e musical per il quale viene ricordato l’impegno profuso dal direttore organizzativo Stefano Curti, che ha portato il Rossetti a diventare un punto di riferimento internazionale per questo genere con operazioni come i recenti “The Phantom of the Opera” e “Les Misérables” partendo dalle ospitalità internazionali con un indimenticabile “Cats” e dal “The Rocky Horror Show” oltre 25 anni fa.
Il primo spettacolo andato in scena, in quello che si chiamava Teatro Stabile della Città di Trieste è stato “La donna di garbo” di Carlo Goldoni, il 22 dicembre 1954, ma, come ha raccontato Paolo Quazzolo, ringraziando Ilaria Lucari, ufficio stampa del teatro con cui ha lavorato a stretto contatto per questo progetto, la storia parte due mesi prima con la costituzione dell’Associazione di teatro di prosa di Trieste, che ha portato al debutto questo titolo il 22 settembre a Venezia alla Fenice.
La scelta di questo testo, riformato dallo stesso Goldoni ma sempre di un drammaturgo molto amato, non fu casuale, indicando una volontà di staccarsi dal passato, andando verso il futuro. Il successo fu immediato, con l’associazione che iniziò ad essere apprezzata ovunque e che si trovava a capo di un teatro che continuava a vivere una crescita esponenziale.
Nel 1965 furono i Living theatre ad andare in scena, con uno spettacolo innovativo e tutt’altro che convenzionale. I racconti dell’epoca narrano della comparsa di un attore nudo in scena e dell’arrivo del questore che ha convocato la compagnia nel suo ufficio per la mattina successiva, allontanandoli dalla città.
Bordon ha invece spiegato come una parte dello spettacolo prevedesse che gli attori si buttassero dal palco e andassero tra il pubblico, ma il palco era alto e si ferivano, quindi risultavano molto più impressionanti di un uomo nudo. Il pubblico del Rossetti, da sempre, quindi è stato molto aperto alle innovazioni.
Fu allora però, nel 1965, che quel teatro diventò lo Stabile Regionale quello a cui oggi la città intera e non solo, augurano buon compleanno. —
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