Tace il sax di “Gato” Barbieri una vita tra free jazz e pop

NEW YORK. Nonostante gli acciacchi dell'età e il cuore malato, suonava ancora in questi anni, applaudito dai tanti fan in scena al Blue Note, a New York che ormai era la sua casa, Leonardo Barbieri, 'Gatò come lo chiamavano tutti fin dagli anni '50, quando giovanissimo nella sua Buenos Aires saltava come un gatto da un club all'altro, da un'esibizione all'altra con il suo sax latino capace di parlare alla testa e al cuore e di turbare gli animi come nella colonna sonora dell'Ultimo Tango di Bertolucci, quella che gli valse nel 1972 un meritatissimo Grammy.
Argentino di Rosario, figlio di un carpentiere con la passione del violino, el Gato aveva 83 anni e da poco era stato operato per un by pass al cuore. Una bronchite gli è stata fatale, ha raccontato la moglie Laura, madre del suo unico figlio Christian, che compirà 18 anni fra poco. Ma la vita è stata generosa con lui, la musica che ha seguito e onorato instancabile («Bisogna fare pratica,fare pratica, fare pratica» ripeteva ai giovani musicisti) lo ha ripagato con un successo che dagli anni Sessanta in poi non lo ha mai lasciato, 35 dischi e incontri musicali importanti, collaborazioni con tutti i grandi nomi, da Carlos Santana a Miles Davis, solo per citarne due, in Italia con Pino Daniele e Antonello Venditti. Indipendente e appassionato, il cappellaccio a falde nero sempre in testa di palco in palco, Barbieri aveva girato il mondo, arrivando a Roma negli anni Sessanta con Laura, la prima moglie. Suo, per esempio, è l'assolo di Sapore di Sale di Gino Paoli, arrangiato da Ennio Morricone. Ma in Italia aveva suonato anche con Dan Cherry e lavorato parecchio anche per il grande cinema, con Bertolucci, Montaldo, Pasolini. Ed è proprio con il cinema, grazie a Ultimo Tango, che arriva per lui la notorietà mondiale.
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