Suzanne Noël, chi era l’antesignana della chirurgia plastica e della parità

Corrado Premuda



Suzanne è una ragazzina adolescente quando un giorno a Parigi, alla fine dell'Ottocento, mentre passeggia con sua madre, assiste a una scena raccapricciante: un'automobile impazzita che non riesce a frenare investe in pieno una carrozza e nello scontro il cavallo e una passeggera restano gravemente feriti. È un bagno di sangue, una carneficina di corpi umani e animali di fronte a cui chiunque resterebbe inorridito. Chiunque, a parte Suzanne. Cresciuta, la donna si sposa con un affermato dermatologo e passa le sue giornate nella scintillante capitale francese in cui impazza la Belle Époque: degna rappresentante della migliore borghesia, Suzanne prende lezioni di pittura e di teatro, si interessa di arte e di cultura ma è soprattutto molto curiosa dei progressi che sta facendo la medicina e segue con passione il lavoro del marito. È lui a spronarla a iscriversi all'università dove, non senza difficoltà, la donna diventerà medico specializzandosi nella chirurgia estetica e diventandone pioniera.

Quella donna è Suzanne Noël, figura fondamentale nella storia europea anche per il processo di autodeterminazione femminile e promotrice del movimento Soroptimist, oggi protagonista dell'avvincente graphic novel “A mani nude” (Oblomov, pp. 104, euro 19) scritto da Leïla Slimani e illustrato da Clément Oubrerie. Proprio con l'immagine dell'incidente tra l'automobile e la carrozza si apre l'elegante albo che nella prima parte esalta l'atmosfera stimolante di Parigi negli anni che precedono la Grande guerra e nella seconda analizza in profondità la consapevolezza di questa donna volitiva, dotata e testarda che affronta i pregiudizi del suo tempo e riesce a specializzarsi in un campo della medicina ancora tutto da scoprire. Non si abbatte di fronte ai commenti sprezzanti di chi non crede in lei: “Signore, temo che lei esprima idee alquanto retrograde. Presto le donne faranno i medici, gli ingegneri, gli avvocati... Nessuna nazione moderna può permettersi di fare a meno dell'intelligenza di metà della sua popolazione”.

Toccannte è l'incontro con Sarah Bernhardt, la favolosa attrice che non può accettare il passare del tempo che trasforma inesorabilmente il suo volto straordinario: Suzanne Noël le mostrerà come il gesto meccanico che fanno le donne davanti allo specchio, quello di tirarsi all'indietro il viso mettendosi le dita sulle tempie, diventa il metodo per cancellare le rughe e donare una seconda giovinezza. Ma Suzanne è davvero un'antesignana della chirurgia plastica che serve anche, qualche anno dopo, per operare i reduci di guerra provenienti dalle famigerate trincee mentre sullo sfondo, magnificamente reso dalle tavole di Clément Oubrerie, sfilano meraviglie e drammi dei salotti parigini in cui si esponevano i capolavori delle avanguardie.

La vicenda umana e personale di Suzanne Noël, con tanto di scandali, di amante e di figlia da tirar su, è raccontata con maestria da Leïla Slimani, scrittrice e giornalista francese di origine marocchina che con il libro “Ninna nanna” ha vinto il Premio Goncourt. I disegni sono affidati all'esperienza di Oubrerie, fumettista e autore di film d'animazione, celebre per il suo adattamento a fumetti di “Zazie nel metro” di Queneau e per la serie in quattro albi che racconta il debutto di Picasso nel mondo dell'arte. Nel loro graphic novel risulta evidente che la chirurgia estetica è stata funzionale anche al processo di affermazione della donna nello scorso secolo. —

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