Susanna Tamaro alla scoperta del mondo con una Piccola Tigre

Esce domani il nuovo libro della scrittrice triestina che sarà presentato domenica a Pordenonelegge

di ALESSANDRO MEZZENA LONA

Basterebbe guardarsi attorno. Al di là della foresta di palazzi di cemento, oltre il muro del suono dei clacson. Valicando l’intrico di antenne televisive e ripetitori per i cellulari. Si potrebbe scoprire un mondo pieno di vita. Un altro pianeta, in tutto uguale al nostro, fatto di sguardi e respiri, di creature in movimento e cuori che battono. Il regno di chi uccide solo per mangiare, non alberga in sé la bramosia di potere, non intrallazza per procurarsi facili benefici.

In quel mondo “altro”, Susanna Tamaro è andata a cercare la protagonista del suo nuovo libro: Piccola Tigre. Un cucciolo di felino che non ha niente da spartire con Shere Khan, il disneyano cattivo del “Libro della giungla”, e nemmeno con le Tigri di Mompracem di salgariana memoria. No, quella che si prende il primo piano del romanzo “La Tigre e l’Acrobata” (pagg. 184, euro 16), che la casa editrice La nave di Teseo distribuisce nelle librerie domani (e che domenica verrà presentato in anteprima a Pordenonelegge, al Teatro Verdi alle 16), assomiglia molto a una ragazzina che deve scoprire tutto della realtà che le sta attorno.

Non è poi così bello, questo mondo governato dagli uomini. E Susanna Tamaro, la scrittrice triestina che ha venduto ormai oltre sedici milioni di copie in giro per il Pianeta con il suo “Va’ dove ti porta il cuore”, da anni racconta agli adulti e ai ragazzini (con romanzi-favola bellissimi come “Salta, Bart!”, premiato quest’anno con Lo Strega Ragazzi) storie che possano portarli fuori rotta. Per ribellarsi a un sistema di vita che spaccia per progresso la distruzione delle foreste, l’inquinamento dei fiumi, la sistematica caccia agli animali.

“La Tigre e l’Acrobata”, un tempo, sarebbe finito sotto la voce “favole morali per adulti”. In realtà, è un godibilissimo romanzo di formazione, dove i pensieri e la parole non li formula un cucciolo d’uomo, ma una tigre in miniatura. Piccola Tigre, appunto, che giorno dopo giorno comincia il suo viaggio alla scoperta della realtà nell’ombra imponente e protettiva della Madre.

Nella sua famiglia felina, di cui fa parte anche il fratello Tigrotto, la figura del padre è un po’ evanescente. Come accade anche tra gli uomini. Il Padre compare soltanto in qualche fugace occasione, pronuncia parole enigmatiche e dense di fascino, poi sparisce.

Così, il compito di spalancare gli occhi della splendida siberiana Piccolo Tigre sul mondo spetta alla Madre. Ma per lei non è facile far capire a un cucciolo curiosissimo di tutto che, oltre la taiga, al di là dell’ombra rassicurante degli alberi, sta un essere che uccide non perché il suo stomaco chiede urgentemente cibo. Quello strano animale che sta ritto su due gambe, e gira armato di un pericoloso aggeggio che sputa fuoco, spesso si diverte a catturare gli animali per renderli schiavi. Per costringerli a vivere in una minuscola gabbia. A esibirsi come pagliacci per un pubblico di spettatori che provano brividi solo quando il domatore non riesce più a tenere a freno, con frusta e stiletto, il suo animale da circo.

Ma si sa, i consigli dei genitori sono buoni solo a generare curiosità. E così, Piccola Tigre finisce per farsi catturare dagli uomini. Si ritrova, come nei peggiori incubi, a passeggiare avanti e indietro in pochi metri quadri di spazio. Dopo essersi illusa di aver trovato un amico: lo sciamano che non sa usare i suoi poteri arcani. E preferisce starsene al limite della taiga ad ascoltare i suoni della Natura. Dialogare con gli esseri (apparentemente) senza parola.

Eppure, anche tra gli umani c’è chi sa aprire il proprio cuore ai sogni. Come il piccolo Acrobata che aprirà alla Tigre la porta della gabbia. Permettendole di fuggire perderà un’amica, ma avrà il merito di riaprire la strada a chi non ha mai smesso di sentirsi libera.

Da sempre capace di trovare una grande sintonia con il mondo degli animali, tanto da appassionarsi e praticare la difficile arte dell’apicoltura, Susanna Tamaro costruisce con “La Tigre e l’Acrobata” un libro gioioso e profondo. Dove il silenzio conta più di mille discorsi illuminati. E il valore della vita riacquista il centro della storia. Piccola Tigre diventa il simbolo di chi non si accontenta di verità precotte, di facili dogmi, di risposte consolatorie. E il suo sguardo inquieto e limpido sul mondo spinge a chiedersi se è davvero impossibile liberarsi dalle catene che noi stessi abbiamo creato. Per renderci prigionieri.

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