Stravince Mirjana Karanovic con “A good wife”

È una Mirjana Karanovic emozionata e incredula ad accogliere l'annuncio della sua vittoria al Trieste Film Festival: la prima volta dietro la macchina da presa dell'attrice belgradese ha fatto il pieno di voti del pubblico, che ha riconosciuto il suo esordio alla regia “A good wife” (Dobra žena) miglior lungometraggio in concorso di questa 28.a edizione. Come da pronostico ha colpito la sua intensa e lucida riflessione di un conflitto che da bellico diventa interiore: «Un orribile dilemma», lo ha definito l'autrice, che fa valere al film il Premio Trieste del valore di 5000 euro. “A good wife” sarà riproposto stasera alle 20 in Sala Tripcovich in una speciale giornata di recupero di alcuni film.
Un podio ancora al femminile per il premio Alpe Adria Cinema al miglior documentario, 2.500 euro andati alla regista di Varsavia Anna Zamecka per “Komunia” (in replica alle 18): tra padre alcolizzato, bimbo autistico e madre inesistente, una quattordicenne dalla straordinaria forza morale si carica l'onere di tenere unita la disastrata famiglia. Finalmente un uomo sul podio nel concorso cortometraggi (alle 16 una compilation dei corti più votati): il pubblico ha decretato la supremazia di “Scris/Nescris” del rumeno Adrian Silisteanu.
Non solo per “Sieranevada” ma per «l'insieme della sua opera (...) che denuncia con ironia gli aspetti più controversi e inquietanti della Romania di oggi» l'Iniziativa Centro Europea ha conferito il premio InCE 2017 a Cristi Puiu. «Lo sguardo diretto, complice, con cui descrive e filma una persona destinata all’immobilità» ha valso invece a Laura Viezzoli e al suo “La natura delle cose” il Premio Corso Salani, oggi riproposto alle 14.30.
Il postino che vuole ridare vita a un villaggio spopolato accogliendo rifugiati ha conquistato l'Osservatorio Balcani e Caucaso che ha riconosciuto come miglior documentario “The good postman” di Tonislav Hristov. Il Premio SkyArte è stato attribuito a “Koudelka shooting Holy Land” di Gilad Baram, il “Mattador” per il miglior soggetto a Luca Mastrogiovanni per “Cono d'ombra”; miglior progetto Eastweek, “Parents” del polacco Artur Wyrzkowsky.
Yannis Sakaridis con il suo “Amerika Square” non è rimasto a bocca asciutta: ha vinto come miglior film, seconfo la giuria Erasmus, «per l’originale interpretazione del concetto di confini e origini».
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