Stanlio e Ollio, rari e restaurati chiudono col sorriso i Mille Occhi

Sono "la" coppia comica per antonomasia della storia del cinema, simbolo di uno humour intramontabile che ha divertito generazioni a ogni latitudine del globo. Ma, come se il loro spirito di inconsapevoli combinaguai non si fosse mai sopito, Stanlio e Ollio si ritrovano oggi in un altro bel pasticcio: le pellicole italiane dei classici realizzati per il produttore Hal Roach, anche quelle più leggendarie, versano in pessime condizioni di conservazione, smembrate, ridotte a brandelli, in sindrome acetica o decomposte. Ecco allora “S.O.S. Stanlio e Ollio”, una chiamata per salvare le versioni italiane dei film cui hanno risposto, con meticoloso e amorevole lavoro, quattro appassionati amici: oggi, nella giornata conclusiva dei Mille Occhi, racconteranno il loro importante progetto accompagnandolo, in mattinata dalle 9.30 e nel pomeriggio dalle 17 al Miela, proprio da alcuni dei più bei recuperi da loro effettuati. Il festival poi si avvierà alle battute finali di questa 18° edizione con la consegna alle 21 del Premio Anno Uno a Franco Piavoli e il saluto degli organizzatori, seguiti dalle proiezioni di "Al primo soffio di vento" di Piavoli e "Le castagne sono buone" di Pietro Germi.
«Paradossalmente il pessimo stato delle pellicole è dovuto proprio alla loro straordinaria popolarità - spiega Enzo Pio Pignatiello, archivista e biblioteconomo -: copie proiettate centinaia e centinaia di volte, che risultano perciò logore e strappate, spesso ridotte a brandelli per inserirle come riempitivi dei palinsesti televisivi. La capillare diffusione nel cinema di seconda, terza e quarta visione, nelle sale parrocchiali, ha fatto sì che i negativi originali fossero sovrastampati e duplicati subendo danni e usura».
Perforazioni strappate, parti sostituite grossolanamente, toppe, lacune e vecchie riparazioni: «perciò - continua Pignatiello - ci siamo assuefatti a ridere delle buffonerie di Stanlio e Ollio vedendoli in copie estremamente rovinate, spesso prive di definizione e contrasti, con titoli di testa originali italiani sovente completamente assenti, salti di battute, righe verticali onnipresenti, macchie e audio frusciato».
Ecco quindi la loro “missione impossibile”: recuperare e restaurare, grazie alle nuove tecnologie, il patrimonio filmico della coppia nell’inconfondibile e amatissimo doppiaggio italiano, «quello caratterizzato dagli accenti storpiati, da quel timbro di voce baritonalmente simpatico prestato all’attore Oliver Hardy e dal tipico falsetto di Stan Laurel», e ciò in collaborazione con Cineteca del Friuli, “La lanterna magica”, "Diari di cineclub" e appunto I Mille Occhi. Un lavoro che ha portato i romani Pignatiello e Simone Santilli con il genovese Andrea Benfante a reperire la quasi totalità della filmografia di Laurel e Hardy in versione italiana.
Il lavoro tecnico di digitalizzazione è interamente made in Trieste, opera di un professionista storico in materia come Paolo Venier. «Loro han fatto la ricognizione reperendo tutto ciò che si trovava in giro, copie a pezzi, rulli - spiega il proiezionista/collezionista - e io ho digitalizzato il tutto con le mie attrezzature. Così si cercano di ricostruire le versioni originali unendo le parti mancanti e facendo un collage». Tra i titoli recuperati ai Mille Occhi presenteranno, tra gli altri, “I fratellini”, doppiati dalle primissime voci italiane di Carlo Cassola e Paolo Canali, e invece "Legione straniera", "Sottozero" e “Il villaggio incantato”, in copia in 35 mm quasi perfetta, con al doppiaggio la celeberrima coppia Mauro Zambuto e Alberto Sordi. —
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