Sos dal comitato del Carnevale: «Siamo finiti nella tagliola della Siae»
L sos arriva da Roberto De Gioia, da anni al vertice del Comitato di coordinamento del Carnevale triestino. «Il Comune finanzia con diecimila euro il corteo del martedì grasso e tutte le altre feste. Più di seimila di questi diecimila euro devo versarli alla Siae, la società degli autori ed editori che non perde occasione per sguinzagliare i propri ispettori. Un tempo pagavamo forfettariamente 1500 euro». Il primo segnale della svolta risale al 2008, quando era ancora in vita il sistema forfettario e quando un ispettore della Siae era entrato in un osteria di Servola
TRIESTE. Nell Italia del nuovo millennio in cui nessuno avrebbe dovuto mettere le mani nelle tasche dei cittadini , a Trieste viene tassato pesantemente anche il Carnevale attraverso le musichette che allietano i cortei, le feste danzanti nei locali e i veglioni mascherati.
Ne sa qualcosa Roberto De Gioia, da anni al vertice del Comitato di coordinamento del Carnevale triestino. «Il Comune finanzia con diecimila euro il corteo del martedì grasso e tutte le altre feste. Più di seimila di questi diecimila euro devo versarli alla Siae, la società degli autori ed editori che non perde occasione per sguinzagliare i propri ispettori. Un tempo pagavamo forfettariamente 1500 euro. Eravamo tranquilli e ciascuno poteva fare musica, cantare, suonare nei cortei, sui carri e nei locali in cui si snodava la manifestazione. Ora invece è tutto cambiato. Dobbiamo pagare in base a quanto pubblico presumibilmente parteciperà a questa o quella manifestazione inserita nel nostro calendario, Dobbiamo fornire in anticipo anche l elenco della musiche che saranno seguite. Lo ritengo un controsenso che cozza con la tradizione libera e creativa di questa festa nata per irridere al potere, per vedere rovesciato per qualche ore l ordine costituito».
Il primo segnale della svolta risale al 2008, quando era ancora in vita il sistema forfettario. Un ispettore della Siae era entrato in un osteria di Servola nella notte del venerdì grasso. Una data ritenuta di riposo dopo i bagordi del giovedì. L ispettore, non si sa se in abito borghese o mimetizzato con un costume che lo faceva simile alle altre maschere, aveva annotato diligentemente il titolo di tutte le canzoni eseguite da un fisarmonicista accompagnato da un amico con una cornetta. Poi aveva contato il numero dei presenti e aveva notificato il verbale di infrazione.
Sembrava finita lì, un episodio marginale. Invece a partire dal 2009 l atteggiamento della Siae verso le feste di Carnevale è cambiato e l entità del prezzo delle musiche da eseguire in pubblico è costantemente salita, fino a superare quest anno i seimila euro.
«Non sfugge a questo balzello nemmeno il corteo mascherato che si conclude in piazza Unità. Ritengo accada lo stesso per il Carnevale di Muggia e quello di Opicina con cui dovremo al più presto trovare un accordo di collaborazione», spiega Roberto De Gioia.
Che il momento sia difficile a livello non solo finanziario, lo dimostra il prezzo minimo previsto dalla Siae per l esecuzione di musiche nei locali di minori dimensioni. «La tariffa minima è di 90 euro per le osterie che possono contenere al massimo cento persone. Poi i costi salgono», spiega ancora il presidente del Comitato di coordinamento del carnevale triestino, «penalizzando, ad esempio, le feste nei ricreatori e nelle scuole».
Dal balzello sulle note restano comunque escluse le bande musicali che partecipano ai cortei dei mercoledì della ceneri, quando viene celebrato il funerale del Carnevale. Vedove che piangono, maschere assonnate in gramaglie, musicisti a passo lento, in direzione del camposanto. «Sui Requiem di Mozart o di Verdi la Siae finora non si è fatta avanti. Forse i suoi ispettori non amano queste cerimonie di addio o le disertano per scaramanzia. Con quella Signora, meglio non aver nulla a che fare».
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