Sergio Altieri 70 anni di pittura

«Sto ancora lavorando, perché vorrei aggiungere qualcosa di nuovo a questa mostra». Così, qualche giorno fa, rispondeva al telefono Sergio Altieri, in piena attività per la mostra “Il colore appassionato”, che inaugurerà oggi alle 18 a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia. «Dipingo per mestiere da settant’anni e a chi visiterà questa mostra vorrei dare modo di vedere qualche mio nuovo quadro», racconta dal suo studio di Capriva del Friuli, paese dov’è nato nel 1930 e dove vive e lavora tuttora.
Altieri è uno dei maestri del Novecento friulano e con questa esposizione Gorizia intende omaggiarlo offrendo una panoramica della sua intera produzione, dal 1949 al 2018, attraverso una settantina di opere. La mostra è organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale (ERPaC)-Musei Provinciali di Gorizia, nell’ambito del “Progetto Arte”, e curata dal critico Giancarlo Pauletto. Oltre a rivedere opere molto lontane nel tempo la mostra consentirà di avvicinarsi per la prima volta, grazie ai prestiti dalle collezioni private di tanti appassionati collezionisti, a un gruppo di lavori inediti e altri che l’artista ha realizzato in questi ultimissimi tempi. La sua prolifica vicenda artistica sarà testimoniata anche da un nutrito catalogo, con contributi del curatore e dei critici Licio Damiani, Josko Vetrih, Raffaella Sgubin, Francesca Agostinelli, che oltre alle riproduzioni delle sue opere raccoglie anche molte immagini di carattere biografico. «Chi conosce l’arte di Sergio Altieri, i suoi temi ritornanti, il suo andamento in essenza lirico-elegiaco, sa che essa si fonda su passione e cultura, e su una “pietas” storica che sa riconoscere nel passato i semi migliori del presente - spiega Giancarlo Pauletto -. Le sue “Famiglie” le sue “Case sulla collina”, le sue “Ville venete”, i suoi “Castelli di Fratta”, le sue “Venezie”, le bambine musicanti, gli amanti nell’erba, i tramonti, le “musiche distanti” esprimono, nel costante amore per la sua terra e pur nella malinconia memoriale di cui talora sono intrise, una visione positiva della vita, elaborata in un colore forte ma raffinato, ricco di vibrazioni e risonanze che si riconoscono da un lato nell’intensità espressionista, dall’altro in tutta la ricchissima sapienza della tradizione tonale veneta».L’esposizione consentirà di ripercorrere tutti i passaggi della pittura di Altieri, dagli inizi caratterizzati da un espressionismo ruvido, ma ricco di concentrata tensione lirica, al momento realistico degli anni cinquanta, contrassegnato dai modi narrativi di un’epica popolare, fino alle influenze dell’arte informale degli anni sessanta, che su di lui si riflettono attraverso la liberazione nel segno e nel colore, che trasforma liricamente la realtà con un tono in definitiva antinaturalistico, quello di un mondo immaginato e fantasticato. Tra i quadri a cui il pittore è particolarmente affezionato c’è il celebre olio su tela “Festa popolare in Friuli” (1955), dei Musei Provinciali: «Sono molto legato a questo quadro che rappresenta una sagra del mio paese, perché ci è legata la gente: lo ricordano in tanti, dal muratore al droghiere», racconta l’artista.
Altieri è attratto dalla pittura fin da ragazzo: ne impara i fondamenti alla scuola di Gigi Castellani a Cormons, dove conosce il coetaneo Ignazio Doliach e i meno giovani Mocchiutti, Gianandrea, Cenisi, oltre a parecchi altri artisti e intellettuali. Nei primi anni cinquanta fa parte del gruppo dei pittori neorealisti friulani, assieme a Zigaina, Anzil, De Rocco, Tavagnacco, Canci Magnano, Dora Bassi, Pizzinato e altri. In quel periodo, e dopo, espone in personali o collettive a Milano, alle Biennali internazionali dei giovani di Gorizia, a Berlino, a Varsavia, a Bologna, a Udine e in altre importanti manifestazioni. Fonda, assieme ad artisti italiani e iugoslavi, il Gruppo internazionale 2XGO con cui, nel corso dei primi anni Settanta, sarà presente in molte rassegne. Nel frattempo la sua pittura viene esposta anche a Londra (1972) e a Vienna, nel contesto di una mostra della pittura friulana (1976). In regione si ricordano le personali del 1979 alla Galleria Spazzapan di Gradisca, quella del 1990 alla Sagittaria di Pordenone, quella del novembre 2008-gennaio 2009 a Villa Manin di Passariano. La mostra sarà visitabile fino al 22 luglio dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18.
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