Senta Berger ospite ai Mille Occhi «A Trieste ho girato per i rifugiati»

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«Una persona preziosa, sensibile, di gran raffinatezza. Un talento dietro la macchina da presa: sapeva come creare un atmosfera. Mi ha infuso fiducia, incoraggiandomi. E mi ha persino insegnato l'italiano!». È una star internazionale, Senta Berger, amata da registi leggendari come Sam Peckinpah, ma per Franco Giraldi, che l'ha diretta per ben tre volte, ha parole che travalicano la semplice stima. Il Premio Anno Uno, massimo riconoscimento dei Mille Occhi che stasera verrà consegnato al regista giuliano, chiude un'edizione particolarmente entusiasmante.
Protagonista della giornata, insieme al regista premiato, sarà quindi l'attrice viennese, che presenzierà al Miela a due dei più bei film girati con Giraldi: “Cuori solitari” alle 16.15 e, naturalmente, “La giacca verde”, da Soldati, alle 21 dopo la cerimonia di premiazione e chiusura del festival. Una carriera scintillante, quella di Senta Berger, iniziata giovanissima. Esordisce 18enne con Anatole Litvak, con Camerini il primo film italiano, «otto settimane a Karachi, con i miei genitori impressionatissimi che mi scrivevano lettere emozionati a pensarmi nei luoghi delle “Mille e una notte”, mentre invece ero immersa in tutta la povertà del mondo». Attrice versatile, ha attraversato con disinvoltura più generi, passando dal dramma al western, dalla commedia alla spy story.
Il sogno americano arriva presto con la chiamata a Hollywood. Ma le cose non vanno come sperato. «Ho firmato contratti per due film all'anno con Universal e Columbia. La ricetta perfetta univa a divi come Heston e Douglas giovani attrici europee. La tv aveva un'importanza totale e la gente se ne stava a casa con Coca Cola e Danny Kaye». Quindi, il ritorno in Europa e il forte legame con il cinema italiano, lavorando con Monicelli («quanto gridava!»), Risi, Lizzani. «Era un periodo d'oro, per l'arte italiana e per tutto il Paese. Roma era la Mecca del cinema europeo. Opulenza, spettatori ovunque: il cinema era parte integrante della società. C'era una visione, non solo del regista ma di tutti gli addetti ai lavori. I costumisti, ad esempio: ricordo Maurizio Chiari e il suo atelier in via Margutta. Ogni cosa era scelta con sapienza e amore, persino i bottoni più minuscoil».
Sapeva di poter volare, Senta Berger, come recita la sua autobiografia. Attiva non solo come attrice: con la sua casa di produzione, la Sentana, ha prodotto “La ragazza terribile”, nomination all'Oscar e ai Golden Globe e vincitore del New York Film Critics Award.
L'attrice ha girato otto anni fa anche a Trieste. «Un ottimo film: raccontava la vicenda di alcuni rifugiati africani. Il porto vecchio e nuovo erano location perfette per raccontare di un naufragio vicino alla costa. Ricordo le critiche all'uscita: che esagerazione, dicevano, parlare di sbarchi in quel modo così drammatico. E oggi il film è realtà: viene riproposto in tv spesso proprio perché, purtroppo, è stato profetico».—
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