Scoprire il Collio - Itinerario 5 - Un clima impazzito spazzerà via boschi e campi dell'Isontino

GORIZIA Il mondo in cui Luca si trovava a dover vivere non era come quello in cui era cresciuto. Era nato solo pochi decenni prima, eppure in quel lasso di tempo la Terra era profondamente cambiata, sconvolgendo le vite dei suoi abitanti. Il 2063 non era assolutamente come se l'era immaginato da piccolo, quando si dilettava a fantasticare su come sarebbe stato il futuro.
Mentre raggiungeva cupo il suo posto di lavoro, Luca pensava proprio al mondo che s'era lasciato dietro, quello della sua infanzia, dove tutto era abbondante e nulla sembrava mai mancare a nessuno. Dove una volta c’erano boschi, campi e piccoli paesi rurali non rimanevano che tristi rovine.
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Da anni infatti continui cataclismi affliggevano il mondo senza placarsi mai, in un continuo alternarsi di alluvioni e inondazioni, siccità, tremendi incendi e violente trombe d’aria. Le distruzioni causate dal quel tremendo succedersi di eventi aveva costretto l’uomo ad abbandonare vecchie abitudini e comunità d'origine, strappandogli in un lampo il controllo su terre che per millenni aveva dominato, sfruttandole e piegandole alla sua volontà.
Ormai, di quell’antico strapotere che riempiva gli umani d’orgoglio, non rimanevano che le tristi conseguenze. Il continuo sfruttamento delle risorse del pianeta, il costante inquinamento e la noncuranza con cui l’umanità aveva perseverato nel suo stile di vita mostravano infine i loro devastanti effetti.
Il clima, ormai impazzito e incontrollabile, era mutato tanto da rendere la Terra un ecosistema inospitale per l’umanità, che da specie dominante si stava rapidamente trasformando in una reliquia del passato, avvinghiata disperatamente alla propria esistenza.
Questi erano i mesti pensieri su cui rimuginava al mattino, quando attraversava, strascicando i piedi, la baraccopoli di catapecchie in legno e lamiera dove abitava, chiamata da tutti la “Zona Bassa”.
Le case, addossate le une sulle altre come persone chiuse in uno spazio troppo stretto, erano malconce e tremolanti. Le strade, coperte come al solito d'immondizia e detriti, erano fangose e ancora allagate dall’ultima inondazione, e le poche persone che le percorrevano mostravano tutte la stessa faccia: il volto della sofferenza.
Al di sopra di quel desolato paesaggio, abbarbicata in cima ad una grigia collina, si stagliava contro il cielo l’imponente profilo della “Zona Alta”.
Luca la fissava imbronciato, mentre vi si avvicinava lentamente, con l’acqua alle ginocchia, pensando a come potesse essere la vita lassù. Circondata da un’enorme diga e interamente coperta da una gigantesca cupola trasparente, la “Zona Alta” era la risposta finale dell’umanità al clima impazzito che si era ritrovata a dover fronteggiare, l’ultimo baluardo concepito dalla tecnologia per assicurare la sopravvivenza della specie. Quella del Collio non era molto grande, né molto popolata, ma ce n’erano tante altre in giro per il mondo.
Al loro interno, si potevano trovare ampie zone verdi e case lussuose, oltre che preziosissime coltivazioni e frutteti, il tutto perfettamente protetto dai cataclismi grazie a elaboratissimi sistemi di sicurezza. Eppure, per quanto fortificate fossero quelle bolle paradisiache, i loro abitanti raramente riuscivano a mantenerle in funzione con le loro sole forze, ragion per cui erano molto spesso circondate da centri abitati come la “Zona Bassa”, dove viveva lui.
Gli abitanti della cupola fornivano ai lavoratori energia, cibo e li difendevano parzialmente dagli elementi. Anche se la protezione che offrivano non era assolutamente completa, impedivano a tempeste e incendi di decimare la popolazione ogni mese. In cambio, le persone che vivevano ai piedi delle cupole vi prestavano servizio come forza lavoro, mantenendo in funzione la miriade di sistemi che le componevano, coltivandone campi e frutteti, e facendo da servitù. Per anni, questo sistema si era mantenuto relativamente stabile, ma Luca era convinto che quell’equilibrio fosse sul punto di venir meno. Le riserve alimentari da mesi scarseggiavano, la produzione era calata e si erano fatti più rari anche i convogli di approvvigionamento che solitamente giungevano dalle poche terre coltivabili nel Nord Europa. Le medicine stavano diventando introvabili e, nella “Zona Bassa”, costantemente esposta agli elementi, le malattie dilagavano. Per completare il quadro, il clima si stava facendo sempre più duro e feroce. Luca sapeva che non si sarebbe potuto continuare così a lungo.
Il sistema era al collasso, e bisognava agire prima che questo accadesse. Quelli che governavano dall’alto della cupola tenevano il coltello dalla parte del manico, certo, grazie al controllo esercitato su tutte le risorse della zona, ma senza i lavoratori della “Zona Bassa” non potevano sopravvivere, né potevano continuare a proteggere solo se stessi e i loro concittadini della “Zona Alta”. Lo status quo doveva cambiare, e se nessuno era disposto a prendersi il rischio di lottare per quel cambiamento, toccava a lui farlo. O si salvavano tutti assieme, o non si sarebbe salvato nessuno.
Questo racconto introduce il percorso Collio 2063 / Dark Future, ambientato in un Collio del futuro, parte di un mondo che non ha saputo e voluto, a livello nazionale e internazionale, fornire con coraggio risposte concrete a livello globale per preservare l’ambiente e l’intero pianeta. S'ispira liberamente alle ricerche scientifiche svolte da ARPA FVG e raccolte nello Studio conoscitivo dei cambiamenti climatici e di alcuni loro impatti in Friuli Venezia Giulia/2018. Il percorso è legato agli obiettivi 6, 7, 8, 10, 13 dell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile. —
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