School of Rock, Lillo in cattedra «Dobbiamo dar voce al talento»
Cosa accade se al posto di un supplente, in una scuola privata e molto costosa, si presenta un musicista rock? La risposta, si sa, sta in un film del 2003, “School of Rock”, in cui il musicista è Jack Black. Ma non solo. Dal 2015 è anche nell’omonimo musical, voluto nientemeno che da Andrew Lloyd Webber, che ha rispolverato la sua vena rock che tanto successo gli aveva portato con Jesus Christ Superstar per un progetto dal risultato dirompente, che da stasera a domenica sarà in scena al Rossetti.
Chiunque abbia visto lo spettacolo a Broadway o a Londra non ha potuto che restare sbalordito di fronte al talento dei giovanissimi che cantano, ballano, recitano e suonano dal vivo. In Italia è Massimo Romeo Piparo, a portarlo in scena, chiamando per il ruolo del professore Dewey Finn il simpaticissimo Lillo Petrolo. «Ho accettato questa proposta perché parte da un film che conosco benissimo e perché anche io sono un chitarrista rock», spiega Lillo. «È un occasione per riunire tante mie passioni e nonostante sia stato complicato allestirlo mantenendo tutti i miei impegni lavorativi, il risultato è bellissimo».
“School of Rock” è uno spettacolo in cui ci sono tanti teenager, una classe intera, che di giorno in giorno impareranno la storia del rock, comporranno delle canzoni e si metteranno in gioco per dare vita alla complessa macchina del mondo della musica, che non prevede solo gli artisti sul palco, ma anche i manager, i tecnici luce, i costumisti. «I piccoli sono pieni di energia, ma essendo studenti dell’Accademia del Sistina sono abituati al rigore necessario in uno spettacolo. In mezzo a loro mi sento aiutato. Amo mettermi in gioco, lo faccio con tanta energia», spiega Lillo.
In questa occasione Lloyd Webber si è divertito, giocando con le note, arrivando a citare le grandi band ma anche Mozart. «Io sono stato un cantante, mi reputo intonato, ma per questa occasione ho studiato. Queste sono canzoni che vanno affrontate con tecnica e così mi sono fatto aiutare da una coach». Uno dei momenti più emozionanti dello spettacolo sta nella canzone “Se solo mi ascoltassi” in cui i piccoli vorrebbero chiedere un ascolto ai loro genitori per poter trovare la loro strada. «Il rock è la musica di chi si vuol fare ascoltare, con testi di ribellione, urlati con forza. Il messaggio è chiaro, dobbiamo seguire il talento e dargli voce. Io vengo da una famiglia proletaria, mio padre era un appuntato della polizia e mia mamma una casalinga con tre figli. Per me volevano delle sicurezze, per questo mi hanno fatto studiare ragioneria. Ho seguito da solo la mia passione per l’arte, pagandomi gli studi». Per “School of Rock” si presenta senza Greg. «Stiamo lavorando a un film scritto e forse diretto da noi che gireremo in estate, ma lui ha visto il musical. È un chitarrista, ha apprezzato molto».
Lillo e Romeo Piparo incontreranno il pubblico anche domani, alle 17.30, a Link. —
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