“Saw-Legacy”, un horror inossidabile
A tredici anni dal primo, funziona ancora grazie alla regia dei fratelli Spierig

Sono passati 13 anni dal primo “Saw”, con il dantesco serial killer creato da James Wan e Leigh Whannel. Fu un caso: solo diciotto giorni di riprese, poco più di un milione di dollari di budget, ma un incasso di oltre 100 in tutto il mondo.
Era il 2004, e il maniaco John Kramer, o Jigsaw, intrappolava dei malcapitati in labirinti horror costringendoli a disinnescare complicate trappole, inaugurando così il filone “torture” e richiamando indirettamente il coevo scandalo della prigione di Abu Ghraib. Oggi, 7 anni dopo l’ultimo capitolo, ma sull’onda del crescente successo dei nuovi piccoli horror (“It”, “Get Out”, “Split”), ecco l’ottavo capitolo “Saw-Legacy”, negli Usa “Jigsaw” dove è già arrivato a 30 milioni di incassi (ed è costato solo 10).
Ma Jigsaw non era morto in “Saw 3”? Sorpresa. Cronologicamente, “Saw - Legacy” si colloca dieci anni dopo la morte di John Kramer, e mette in scena appunto la sua eredità. Inseguendo un criminale comune, la polizia viene a sapere che cinque persone sono state catturate per un nuovo gioco dell’Enigmista.
In principio scettici, i detective sono smentiti dal ritrovamento di cadaveri con la firma del killer e dalla sparizione del corpo di John Kramer dalla propria tomba.
Per portare nuova linfa alla serie, in regia sono stati ingaggiati i gemelli Michael e Peter Spierig, che a Trieste i fan della fantascienza ricorderanno bene per “Predestination”, il loro bel thriller d’apertura di Science+Fiction 2014. Qui gli Spierig hanno immaginato un sequel con lo sguardo rivolto al passato, in particolare col palese omaggio rappresentato dal museo della tortura installato da uno dei personaggi principali, dove rivediamo tutte le trappole mortali ormai diventate iconiche.
La loro regia risulta all’altezza del mito e crea momenti horror notevoli, tanto che visivamente questo capitolo è inferiore solamente al primo. Note positive sono anche il montaggio alternato e il colpo di scena conclusivo, che svela il fantomatico segreto che sta alla base di tutto il film e ribalta tutto quello che lo spettatore ha visto fino a quel momento.
E occhio alla tortura finale con collare elisabettiano dai letali raggi laser. Vale da sola il prezzo del biglietto.
p.l.
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