San Nicolò si mette in moto per aiutare il piccolo Hathal

TRIESTE Il 6 dicembre è ancora lontano, ma quando si tratta di fare del bene, non c’è santo o ricorrenza che tenga. Torna sabato 2 luglio “San Nicolò si mette in moto”, il motoraduno di beneficenza noto per la sua edizione invernale, alla quale ormai da 19 anni partecipano centinaia di appassionati a bordo di moto, scooter e vespe per portare doni ai bimbi meno fortunati.
Visto il successo della manifestazione invernale, il Circolo “Tommasi” della polizia locale, promotore dell'iniziativa, da cinque anni organizza anche un’edizione estiva, che quest’anno servirà a raccogliere i fondi per sostenere le cure sanitarie di Hathal, bambino yazida ospite della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin. Hathal, 11 anni, è malato e ed riuscito a scappare dall’Iraq e a trovare riparo nel Kurdistan iracheno. Hathal doveva essere operato per un cheloide al braccio, ma è anche emofiliaco: per questo motivo, il medico triestino Marzio Babille, già rappresentante dell’Unicef in Iraq, l’ha individuato insieme ad altri 300 bambini bisognosi di cure urgenti. Da lì la cordata di solidarietà che a febbraio scorso l’ha portato a Trieste, dove ha subìto una prima operazione al Burlo. Essendo emofiliaco, ha bisogno di cure particolarmente costose. Da qui la scelta di destinare a lui il ricavato del motoraduno. Per partecipare alla raccolta di fondi, basta acquistare, al momento della partenza (ritrovo alle 14 sul tetto delle Torri d'Europa, accessibile da via Doda) la t-shirt disegnata dal triestino Andrea Longo Zuretti (10 euro).
Al corteo potranno partecipare tutti coloro che si presenteranno a bordo del proprio mezzo a motore. La manifestazione prevede 140 km lungo strade panoramiche adatte a ogni tipo di motoveicolo, in un percorso diviso in due tappe, l’andata di 87 km dalle Rive al Carso fino a Muggia, il ritorno di 53 fino allo stabilimento Ferroviario di Trieste. A Lazzaretto si potrà sostare alle 17.30 da Scheriani per un “rebechin” e un brindisi (a pagamento e facoltativo, così come la cena al Ferroviario): parte del ricavato sarà sempre devoluto alla Fondazione Luchetta.
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