Roberto Brisotto primo premio con un brano sacro al concorso veneto

Il direttore della Cappella Civica di Trieste ha firmato  “Dominus pascit me” eseguita a San Giusto per il patrono



Un nuovo riconoscimento alla nobile tradizione musicale liturgica tergestina e, in particolar modo, a quella della Cappella Civica di Trieste: il direttore della pluricentenaria istituzione musicale che ha sede nella cattedrale di San Giusto, Roberto Brisotto, si è infatti aggiudicato il primo premio al Concorso internazionale di Composizione “Caecilia Virgo”, organizzato dall’Associazione musicale “Ecclesia Nova” di Bosco Chiesanuova (Verona).

«La competizione – spiega Brisotto – era dedicata a composizioni di carattere sacro per coro e organo e, pur essendo alla prima edizione, ha subito attratto l’interesse di quanti operano nel settore, anche per il grande prestigio della commissione giudicante». Ne hanno fatto parte maestri di fama internazionale come Lorenzo Donati, Pierangelo Valtinoni, Pier Damiano Peretti, Pawel Lukaszewski e Philip Lawson. «Essere premiati da un personaggio come Lawson, mitico baritono dei grandi King's Singers – racconta Brisotto – o da uno dei più eseguiti compositori di musica corale al mondo come Lukaczewski è certo un'esperienza che, da studente o all'inizio della mia vita musicale, difficilmente avrei potuto credere realizzabile...»

La composizione “Dominus pascit me”, che più di tutte ha affascinato la commissione ed è stata premiata il 28 dicembre scorso, non è recentissima ma risale a qualche anno fa.

Dedicata da Brisotto all’insieme vocale “Gruppo Incontro” e alla sua direttrice Rita Susovsky, è stata eseguita nella cattedrale di San Giusto dalla Cappella Civica in occasione degli ultimi tre solenni pontificali della festa del santo patrono, il 3 novembre, al momento liturgico della comunione. «Il brano è strutturato sullo sviluppo del testo del celebre salmo 23, "Il Signore è il mio pastore" – spiega il compositore. – L'idea teologica era quella di inserire nel clima di totale ottimismo del testo piccole, sottili venature di inquietudine: la fede non è certezza razionale e ciò che il salmista esprime è in realtà la speranza di ogni cristiano che le promesse di Dio si possano realizzare. Per questo il brano, in cui l'organo ha una parte indipendente ed intesse un vero e proprio dialogo col coro, inizia con un'atmosfera misteriosa e sospesa che, seppur in modo più luminoso, viene ripresa alla fine, dove il testo recita "Bontà e Grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita ed abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni". Il linguaggio armonico oscilla tra modalità ed un uso della tonalità piuttosto mobile ma, comunque, assolutamente fruibile da qualsiasi ascoltatore». —





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